Dopo alcuni decenni, da quando la storica dell’arte olandese Hedwig Fijen ha fondato Manifesta che ancora oggi guida, dall’Olanda la kermesse si è spostata a Palermo, nel sud dell’Europa, a ridosso dell’Africa, con la novità che l’edizione siciliana sta assumendo sempre più un ruolo politico centrale di scontro nei confronti del governo sui temi affrontati dagli artisti.
Una lotta a tutto campo, che ha fatto allargare un ipotetico fronte sin oltre la stessa città di Palermo, rendendo questa manifestazione un riferimento nazionale per l’opposizione governativa e contro il generale spostamento a destra dei consensi politici in tutta Europa.
La guida della città di Leoluca Orlando, con il sostegno di numerosi operatori culturali e il vasto consenso artistico, ha fatto di Palermo una città particolare, dove le iniziative artistiche stanno rafforzando sempre di più la convinzione che si è trovato uno strumento importante per delle rivendicazioni che altrove hanno grosse difficoltà a essere praticate.
Intitolata “Il Giardino Planetario. Coltivare la coesistenza”, la 12esima edizione di Manifesta, la biennale itinerante ora di stanza a Palermo,sembra aver anticipato con questo tema i successi elettorali dei verdi in Europa, di cui il più recente si è avuto proprio in Germania.
Una biennale d’arte che è anche un forte richiamo a diventare “giardinieri e custodi” delle diverse forme di vita che si adattano per coesistere in questo pianeta, esplorando la sua straordinaria capacità di produrre vita attraverso il movimento e la migrazione; come dice lo scrittore, entomologo, agronomo paesaggista franceseGilles Clément, “le piante viaggiano, sono nomadi. Le erbe, soprattutto. Si spostano in silenzio, come i venti. Non si può nulla contro il vento. Se si mietessero le nuvole, si sarebbe sorpresi di raccogliere un’infinità di sementi imprevedibili”.
E ricordo anche quello che dicevaFernand Braudel (1902-1985), lo storico francese principale esponente della École des Annales, studioso delle civiltà e dei cambiamenti a lungo termine, in opposizione alla storia degli avvenimenti, che coglie le contraddizioni del Mare Nostrum “diviso tra Nord e Sud, Est e Ovest, ma unificato da un clima e da una vegetazione che si richiamano da Cadice a Beirut, dalla Provenza alla Crimea, da Gerusalemme alla Sicilia. Inserito nel più vasto insieme di terre emerse del mondo: il grandioso, il gigantesco continente unitario euro-afro-asiatico, un pianeta di per se stesso, dove tutto ha circolato precocemente e gli uomini hanno trovato il grande scenario della loro storia universale”.
In questo settore espongono otto artisti: News Herbs from Palermo and Surroundingsdel colombiano Alberto Baraya (1968) è una installazione tra flora della città e le sue tradizioni religiose e popolari. Leone Contini (1976) con Foreign Farmersha fatto un’opera/indagine sulle necessità alimentari in Italia.
La seconda sede di Garden of flowsè il gigantesco Palazzo Butera, la residenza settecentesca dei principi di Branciforte acquistata nel 2016 dai collezionisti Massimo e Francesca Valsecchi, dove si può vedere Night Soil, il video dell’olandese Melanie Bonajo (1978) sulla mancanza di relazioni tra esseri umani e natura nell’era globale e tecnologica. La storytelling Wishing Treesdello svizzero Uriel Orlow (1973) racconta le relazioni tra alberi siciliani ed eventi storici, sviluppato in quattro sale.
Theatre of the Sunè l’installazione/ censimento di alberi da frutto palermitani del collettivo americano Fallen Fruit. I video Luce e Notte di San Lorenzosulla poetica mappatura del ciclo di maturazione delle piante sono l’installazione dell’unico artista siciliano invitato a Manifesta, Renato Leotta (1982).
Parallelamente a Manifesta 12ci sono anche altre esposizioni, performance, happening, non secondari per qualità e importanza, che in questi giorni hanno stravolto la vita cittadina dei palermitani in un continuum di novità in progressiva crescita.
Nella sede siciliana di SpazioY a Palazzo Savona, Palermo Spleen, mostra in cui Paolo Assenzae Germano Serafini restituiscono il lavoro realizzato durante il periodo di residenza nella città. Ospiti del progetto un gruppo di giovani artisti siciliani provenienti dall'ambito accademico: Juan Pablo Crichton Subercaseaux, Giuseppe Di Liberto, Rita Martella, Stefano Minutella, Ennio Parasiliti.
La mostra in calendario tra gli eventi collaterali di Border Crossing, a cura di SpazioYin collaborazione con Bridge Art, è aperta fino al 4 novembre.
Per dare l’idea del livello raggiunto basta citare il dibattito suscitato in questi giorni dalla scelta alimentare altra scadenza dal titoloPerformare mondi possibili. Il caso del veganesimo come arte continua, con il filosofo Leonardo Caffo, allievo di Maurizio Ferraris famoso per il Nuovo realismo,l’artista Tiziana Pers ed i curatori di Border Crossing Lori Adragnaed Andrea Kantos, in collaborazione con RAVE East Village Artist Residency.
Prendendo lo spunto dall’ultimo libro del filosofo Leonardo Caffo, Vegan. un manifesto filosofico, edito da Einaudi,ècolto un aspetto di rilevante problematicità che i post-umanisti e i trans-umanisti stanno affrontando ormai da diversi anni per quanto riguarda lo specismo che mette in luce l’antropocentrismo occidentale, frutto di una divisione data dall’assenza di un legame ugualitario di specie proprio perché non si riconoscono dal punto di vista dei diritti altre vite oltre a quella dell’uomo.
Contesto in cui si immette Leonardo Caffo con un antispecismo in cui evince la contraddizione sociale che ha al suo interno, la negazione della capacità di sentire il piacere e il dolore, a tutte le specie viventi meno che quella umana, ponendo così una discriminante antidemocratica …
L’eliminazione della violenza e dei rapporti di forza gerarchici tra viventi, dal riscaldamento globale alla distribuzione delle risorse, è solo una parte della filosofia vegan, ‘cantiere aperto’ come lo definisce Leonardo Caffo, dove differenti discipline si intrecciano, costituendo un pensiero radicalmente rivoluzionario: ‘I vegani sono contemporanei perché non si adattano al loro tempo, ma chiedono al loro tempo di raggiungerli, di diventare futuro, di ampliare le pretese dell’attualità verso quelle dell’utopia’.
Disquisizione che induce a un’ontologia di sistema autopoietico, in cui si inserisce il lavoro di Tiziana Pers Art History / Lorelei, opera che appartiene ad una serie di performance, tra cui quella fatta nello storico mercato della carne e del pesce la Vucciria, nelle quali l’artista scambia un suo dipinto con un animale destinato ad essere ucciso palesando la possibilità di renderlo protagonista di resistenza politica e di salvarlo.
L’incontro è realizzato in collaborazione con la mostra Memoria Collettiva / Casa Spazio ospita Casa Sponge, curata da Lorenzo Calamia e Serena Ribaudo.
Manifesta 12, Palermo sino al 4 novembre 2018
Performare Mondi Possibili,il caso del Veganesimo come Arte Continua
intervengono:
Leonardo Caffo,
Tiziana Pers, artista visiva
Lori Adragna, curatrice Border Crossing
modera: Andrea Kantos, curatore KaOZ
20 ottobre 2018 alle ore 17.30 presso KaOZ, in via Francesco Riso 55
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