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18/11/24 ore

Contro le Mutilazioni Genitali Femminili: l'UE prova a impegnarsi


  • Serena Guerrera

Contro le mutilazioni genitali femminili tolleranza zero. Questo il fulcro del dibattito durante la tavola rotonda organizzata dalla Commissione Europea per un confronto su come l'Unione possa aiutare gli Stati membri a eliminare completamente questa disumana pratica.

 

Un fenomeno culturale, religioso e sociale che rappresenta per centinaia di migliaia di bambine e ragazze un vero e proprio abuso, un atroce atto di violenza che a lungo termine comporta gravi conseguenze fisiche e psicologiche.

 

Quello che emerge da un’indagine portata avanti dall’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (EIGE) sulle mutilazioni genitali femminili nell’Ue, elaborata su richiesta della Commissione europea, è un quadro estremamente chiaro e agghiacciante: sono diverse centinaia di migliaia le donne sottoposte a mutilazioni genitali nella sola Ue, con potenziali vittime in almeno 13 paesi dell'Unione, tra i quali c’è anche l'Italia.

 

In parallelo, la vicepresidente della Commissione europea Viviane Reding e la Commissaria Cecilia Malmström hanno lanciato una consultazione pubblica, che prenderà il via il 30 maggio 2013, in cui si chiede il parere dei cittadini sul modo migliore per elaborare misure di lotta contro queste pratiche.

 

“L’Unione Europea lotterà per porre fine alle mutilazioni genitali femminili, non solo nella Giornata internazionale della donna, ma tutti i 365 giorni dell’anno” ha assicurato Reding. Malmström ha poi sottolineato l’importanza di offrire protezione alle vittime o a quei genitori che temono di essere perseguitati perché rifiutano di sottoporre le figlie alla mutilazione: “Il rischio di essere sottoposte a tale pratica – ha detto – deve costituire un motivo valido per la concessione dell’asilo o della protezione umanitaria”.

 

Ma l’Europa ha voluto rafforzare e dimostrare il suo impegno non solo attraverso le parole: la Commissione ha infatti fatto sapere che stanzierà 3,7 milioni di euro per finanziare attività degli Stati membri intese a sensibilizzare contro questa cruenta pratica. Altri 11,4 milioni, poi, andranno a favore delle Ong e delle associazioni che lavorano con le vittime.


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