L’Asssociazione “I Diritti civili nel 2000 Salvabebè Salvamamme” ha lanciato una iniziativa del tutto particolare, in grado di portare al livello della sensibilità diffusa lo sconvolgente problema delle migrazioni di massa che si riversano sul continente europeo.
L’Associazione muove dalla constatazione che gli europei hanno riconosciuto in Aylan, il bimbo raccolto ormai senza vita sulle rive turche del Mediterraneo, il simbolo di tutti i piccoli vittime delle guerre in atto nel vicino oriente e dell’orrendo fanatismo che si accanisce in particolare contro i cristiani o gli iazidi, facendo strame di quei principi di civiltà che avevano trovato espressione nelle norme internazionali sul rispetto della dignità dell’uomo, dell’onore degli avversari, del delle popolazioni civili e dei prigionieri.
E un altro risvolto viene poi sottolineato: in Europa si assiste, accanto a uno slancio di solidarietà che costringe le istituzioni ad affrontare adeguatamente la situazione, a reazioni di segno opposto, alle porte sbattute in faccia ai profughi, alla costruzione di muri di reticolato, all’erezione di ostacoli polizieschi: schiaffi vergognosi alla nostra identità democratica, che viene esposta a minacce gravi, alle quali occorre reagire subito, prima che sia troppo tardi, come la storia del secolo passato dovrebbe averci insegnato e prima che la sobillazione populistica finisca con il consolidare inarrestabili spinte reazionarie.
“I diritti civili nel 2000” propone che tutte le nazioni europee e l’Unione stessa – ciascuna secondo il proprio sentire e la propria storia - esprimano in un monumento, da erigere lo stesso giorno e da ubicare in luogo centrale di tutte le capitali, la risposta allo scempio dell’uomo e all’epopea delle sofferenze che oggi si consumano, affidandone l’esecuzione a grandi artisti e da realizzare con sottoscrizioni volontarie.
Perché il monumento è sempre stato un simbolo tangibile e perenne dei momenti significativi nella storia dei popoli e questo monumento ricorderà le migliaia di bambini divenuti parte centrale nelle dinamiche cruente dei conflitti in atto.
L’iniziativa è stata formulata in un appello/lettera aperta indirizzata al Presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz e viene diffusa non soltanto tramite stampa e media, ma interessando anche direttamente responsabili governativi e sindaci di grandi città in tutta Europa. (S.P.)
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