Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

21/11/24 ore

Sull'aggressione ad Amsterdam: un giovane palestinese che vuole costruire la pace cancellando le falsificazioni



di Mohamad Ghaoui (1)

 

Quello che segue è un post di un giovane rifugiato palestinese-libanese che ora vive a Kent, WA, Stati Uniti che legge il senso della vile aggressione di tifosi israeliani del Maccabi Tel Aviv B.C. avvenuta a Amsterdam al termine della partita con l’Aiax. Ci è sembrato importante rilanciarlo come testimonianza di una modo di leggere i fatti con una coscienza critica diversa. Un modo che i media ignorano…

 

*****************

 

 

Ad Amsterdam, gli incidenti non sono avvenuti solo dopo la partita. Ho guardato oltre 20 video con diversi timestamp che mostravano eventi che probabilmente erano iniziati prima, vi sarebbe stato la rimozione di una bandiera palestinese, scontri tra due gruppi in piazza e tifosi che cantavano negli ascensori della metropolitana. 

 

Si è arrivati all'inseguimento di israeliani in pieno giorno, alla confisca di passaporti per divertimento e all'aggressione di persone, con alcuni inseguiti fino ai loro hotel e persino gettati nel canale (per fortuna poi salvati…).

 

Quanto a coloro che sostengono che tutto questo è stato dovuto all'abbassamento di una bandiera o a cori come "f ** k the Arabs” (fanculo gli arabi) come presunta scusa per aver dato inizio a questo pogrom, sembrano non avere più alcun pensiero critico. 

 

Stanno sostanzialmente giustificando la punizione collettiva basata sull'etnia, mentre si sta discutendo di leggi alla Knesset che puniscono in modo controverso i parenti per semplici associazioni. Qui tollerano la ritorsione fisica, ma etichettano le risposte all'attacco del 7 ottobre, un chiaro tentativo di genocidio, come "genocidio intenzionale" senza considerare il contesto o la proporzionalità.

 

Mentre questo accade contro gli israeliani, purtroppo viene fatto con il pretesto di sostenere i palestinesi

 

Questo è puramente disumano; non puoi dichiarare di essere pro-palestinese o pro-giustizia [o pro qualsiasi cosa in realtà che non sia stupidità] mentre ti impegni in una violenza che rispecchia le stesse ingiustizie che condanni. La vera solidarietà non significa prendere di mira persone innocenti o alimentare l'odio, significa sostenere la dignità, la pace e l'umanità per tutti.

 

PS: Per coloro che sono arrabbiati per il F#m degli arabi, smettetela di dire "de4th" per gli ebrei: ha senso?

 

_______________________________ 

 

  

(1) Mohamad Ghaoui (@moghaoui) giovane rifugiato palestinese-libanese che ora vive a Kent, WA, Stati Uniti,  che così si descrive sulla sua pagina X:  (x - Refugee) pro-peace. Viaggiatore - Bilingue nel sarcasmo 25 anni in byte, 1 in morsi - cercando di eseguire il debug (2) del futuro o di scrivere il prossimo capitolo!

 

(2) Debug o depurazione, in informatica, nell'ambito dello sviluppo software, indica l'attività che consiste nell'individuazione e correzione da parte del programmatore di uno o più errori (bug - un’anomalia che porta al malfunzionamento di un software, per esempio producendo un risultato inatteso o errato, direttamente in fase di programmazione oppure a seguito della fase di testing o dell'utilizzo finale del programma stesso.

 

L'attività di debug è una delle operazioni più importanti e difficili per la messa a punto di un programma, spesso estremamente complicata per la complessità dei software in uso e delicata per il pericolo di introdurre nuovi errori o comportamenti difformi da quelli desiderati nel tentativo di correggere quelli per cui si è svolta l'attività di debug.

 

 

 


Aggiungi commento