Il Centro Studi sulla Libertà di Religione, Credo e Coscienza (LIREC), nell’ambito del suo “Progetto Conoscenza”, ha organizzato il 9 novembre 2018 presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma, il convegno “I movimenti del potenziale umano: Vie e percorsi di sviluppo personale nella società secolarizzata” (*). L'intento era anzitutto quello di fornire uno spaccato informativo corretto su organizzazioni la cui storia e filosofia risalgono ormai piuttosto indietro nel tempo… di Camillo Maffia
- Audiovideo del convegno: "Il ruolo dei media nella percezione dei movimenti per lo sviluppo del potenziale umano" (Lirec)
L’agenda politica del Governo, in materia di riforme sulla giustizia, sembra essersi concentrata sul tema della prescrizione dei reati. In realtà, il “contratto” tra le due forze politiche che compongono l’Esecutivo non sembra sufficientemente specifico sul punto. di Fabio Viglione
Trattamenti inumani e degradanti. Non è la prima volta che si sente pronunciare questa formula a proposito del sistema carcerario italiano. I radicali con le loro battaglie ne sanno qualcosa e ne danno conto quotidiano con le loro iniziative. Questa mattina la Corte europea dei diritti umani torna a rimarcare la peculiarità italiana, relativamente al caso del boss della mafia Bernardo Provenzano, detenuto al 41 bis anche in presenza di una grave malattia.
Marco Cappato l'aveva sostanzialmente preconizzato al termine dell'udienza pubblica della Corte Costituzionale: “in ogni caso, qualunque sia la decisione, il legislatore avrà il compito di definire regole e procedure per riconoscere questo diritto”. Alla fine la Consulta è stata più diretta ed esplicita, dando un anno di tempo al Parlamento per decidere e legiferare sul fine vita, colmando così un vuoto legislativo.
E ora non resta che attendere la decisione della Corte Costituzionale: “una grande occasione per riconoscere una libertà fondamentale”. In ogni caso, qualunque sia la decisione dei giudici, "il Legislatore avrà il compito di definire regole e procedure per riconoscere questo diritto”. Di questo è convinto Marco Cappato, che al termine dell'udienza pubblica sul caso di suicidio assistito di Fabiano Antoniani, noto come dj Fabo, ha voluto richiamare alla responsabilità il Parlamento, dove da 5 anni giace la legge di iniziativa popolare sull'Eutanasia legale.
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