Lotta al Fumo, il velleitarismo di certi divieti

Dettagli: Categoria: EDITORIALI E COMMENTI; Pubblicato Martedì, 13 Ottobre 2015 23:45

Antonio Marulo

È il cavallo di battaglia del ministro della Salute Beatrice Lorenzin la lotta senza quartiere al fumo, soprattutto in difesa dei più indifesi: i minori e le donne in dolce attesa. A inizio anno i primi cosiddetti annunci da pasdaran in proposito, ora il nero su bianco del decreto legislativo, che dopo l’iter parlamentare dovrebbe portare alle nuove norme in conformità ai diktat europei in materia.

I contorni della legge che si delineano seguono percorsi la cui efficacia non è dimostrata e al più tradiscono un certo velleitarismo che talvolta rasenta il ridicolo. Ci si illude ancora, ad esempio, che immagini choc o avvertimenti del tipo "il fumo uccide" sui pacchetti inducano il consumatore a non acquistare. Ci si illude che ingrandirne le dimensioni sulla confezione fino a coprirne il 65% faccia da deterrente. Ci si illude anche che la mancata produzione di pacchetti da 10 sigarette impedisca al giovane sedicente squattrinato di acquistarne altri dal costo più alto.

Esilarante invece il divieto di aromatizzare il tabacco sfuso, perché – si dice – il “buongusto” potrebbe dare l’impressione che il prodotto faccia meno danni. Per non parlare del divieto da codice della strada sul fumo in auto, se ci sono a bordo donne in gravidanza e minori, sul quale non è mai abbastanza ironizzare sulla sua messa in pratica, fermo restando l’opinabilità nel merito.

Ma tant’è, sulla falsa riga tanto in voga fra i renziani: l’importante è fare le leggi dando l’idea che si riforma, per cui la sostanza e il merito può essere anche un insignificante dettaglio.