Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

16/11/24 ore

Elezioni regionali in Germania: una batosta per frau Merkel … e altri


  • Silvio Pergameno

Si sono svolte ieri in Germania le elezioni in tre regioni:

 

- Sassonia-Anhalt (poco più di due milioni di abitanti - ex Germania est) - la CDU, il partito della Cancelliera, ha ottenuto un 30% scarso dei suffragi, conservando il primo posto, anche se con una perdita di un 2,5% rispetto alla precedente consultazione del 2011; i socialdemocratiici (SPD) si son o fermati al 10.5% con una perdita di oltre 11 punti), per la forte concorrenza a sinistra della Linke, che ha raggiunto quasi il 17% (ma con una perdita di oltre sette punti) mentre il fatto clamoroso è rappresentato dal 24,2% conseguito da quell’Alternativa per la Germania (AfD), nuovo partito di destra avanzata, sul quale abbiamo più volte richiamato l’attenzione su questa Agenzia; i verdi si sono fermati a poco più del 5% e i liberali a poco meno.

 

- Renania-Palatinato (quattro milioni di abitanti – ai confini con la Francia, il Lussemburgo e il Belgio) primo partito è risultato l’SPD, con oltre il 36% dei voti (con un piccolo c alo  rispetto al 2011), seguito dalla CDU con un 32% scarso - persi tre  pounti e mezzo), mentre l’AfD anche in questa regione ha ottenuto un risultato ragguardevole, attestandosi oltre il 12,5%; poco più del 6% ai liberali e poco più del 5 ai verdi (che hanno perduto oltre nove punti), mentre la linke si è fermata al 3-

 

- Baden-Württenberg (nel sud, ai confini con Francia e Svizzera, oltre dieci milioni di abitanti): primo posto ai Verdi con oltre il 30% (con un aumento di sei punti), seguiti dalla CDU (27% - con una perdita di dodici punti) e poi da AfD con il 15% e dall’SPD (12,7%, con una perdita di oltre dieci punti)); i liberali hanno raccolto un po’ più dell’8% mentre la Linke ha sfiorato appena il 3%.

 

Un risultato complessivo che dà moto da pensare. Guai per Angela Merkel erano stati vaticinati con facilità, proprio in relazione alla posizione assunta sulla questione della totale apertura agli immigrati, mentre analoghe considerazioni possono valere anche per l’SPD. Considerazioni nelle quali va ricercato anche il motivo del successo alle urne dell’Alleanza per la Germania, che rivendica esplicitamente la difesa delle frontiere e non meno quella della sovranità nazionale, e che si completano con l’atteggiamento nei confronti dell’Unione Europea, che dovrebbe ridursi a una forma di alleanza “come la NATO”.

 

C’è però da osservare che la “paura dell’immigrato” si scontra con il successo dei verdi nel Baden-Württenberg, stante l’atteggiamento tutt’altro che islamofobo di questa formazione politica …, come c’è da osservare che nelle regioni dell’ex Germania est (dove il reddito è inferiore rispetto a quello dei Länder occidentali e il percorso politico delle popolazioni nel secondo dopoguerra è stato dominato dal lungo dominio comunista) la polarizzazione è maggiore e la Linke evidentemente beneficia degli strascichi  di questo passato.

 

D’altra parte è anche vero che i Grünen, vittoriosi nel Baden-Württenberg hanno subito un forte calo nellla limitrofa Renania-Palatinato. Evidentemente hanno giocato un ruolo anche le situazioni locali; ma il dato sul quale occorre maggiormente riflettere è proprio la cospicua affermazione di Alternativa per la Germania, nuova formazione politica forte della presenza tra le sue file di una classe dirigente di buon livello (professionisti, economisti, professori…) e che si qualifica come il partito della rivendicazione della sovranità nazionale, anche per dare uno strumento concreto per bloccare l’invasione degli immigrati. 

 

Dalla fine della seconda guerra mondiale abbiamo passato oltre settanta anni a ricostruire gli stati nazionali e ritrovarci così al punto di partenza, con enormi problemi che non sappiamo come risolvere e con classi politiche inadeguate. Si legge non di rado che non esiste una diffusa coscienza europea, e non può essere altrimenti, dato che non è stato fatto nulla per costruirla.

           

La presenza in Germania di un partito nazionalista in forte crescita, che rispecchia in questo paese l’immagine del Front National in Francia, rischia di farci trovare tutti di fronte a fatti imprevedibili e preoccupanti, e richiede perciò  senza dubbio un esame di coscienza approfondito tra le altre forze politiche del paese. Ma non basta. Perché si tratta di scongiurare possibili provocazioni e soprattutto di evitare che si imbocchino strade sbagliate. La Germania non va lasciata sola.

 

 


Aggiungi commento