La confusione nella quale gli schieramenti politici affrontano la consultazione del prossimo 24 febbraio è tale da non consentire previsioni, anche perché esiste una notevole condizione di movimento nell’opinione pubblica; l’unica considerazione che, ad avviso di chi scrive, appare sensata è il fatto che nelle prossime elezioni si gioca una partita di grande rilievo; e proprio a partire dal livello istituzionale. di Silvio Pergameno
Sarà per un pizzico di ingenuità, o forse perché come cooptati non sempre si è in grado di capire quanto complicato sia il gioco degli equilibri politici in un paese che, avendo accantonato le regole del diritto e della legalità, vive di ricatti e di ipocrisie, ecco che il senatore a vita Mario Monti si trova a fare i conti con gli imprevisti del "salire in politica". di Giuseppe Rippa
A giudizio dell’ «Economist», secondo quanto riporta il sito di Huffington Post, la lista Monti potrebbe causare la futura instabilità politica del Paese, facendo mancare una chiara maggioranza in Senato. È singolare come, nel giro di poco tempo, quegli establishment che prima gli avevano dato una sorta di investitura, oggi esprimano dubbi e perplessità sulla candidatura a premier di Mario Monti. di Luigi O. Rintallo
Quello ascoltato il 31 dicembre in tv è stato il ventunesimo messaggio dal Quirinale di un trio di presidenti votati sì da una maggioranza pro tempore dei parlamentari, ma espressione della minoranza del corpo elettorale. In questo senso, non si è discostato dalle linee di fondo che hanno caratterizzato i precedenti. di Luigi O. Rintallo
E così Mario Monti è giunto all’unica conclusione logica possibile, quella di esporsi in prima persona al giudizio dell’elettorato e di affrontare una campagna elettorale, che è da ritenere questa volta diversa da quelle alle quali siamo abituati da ormai troppo tempo: le evoluzioni che segnano i mutamenti nel corso degli eventi prendono corpo nei momenti difficili, e quello attuale è un momento difficile. di Silvio Pergameno
Sinistra, centrosinistra o, dopo il voto, un qualche centro-sinistra, in nome della “governabilità”? Ovviamente il problema non è “geometrico”. Però il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha colto nel segno interrogandosi e interrogando il “nuovo centro” sul futuro dell’assetto bipolare dell’Italia. Reggerà? Nei fatti, ma ciò meriterebbe un ragionamento distinto, al di là del responso delle urne il Partito democratico non riesce a coltivare la “vocazione maggioritaria” come concepita agli inizi. di Danilo Di Matteo
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