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23/11/24 ore

Meloni, fascista a chi?!


  • Antonio Marulo

In Paese senza memoria, che non termina mai una guerra dalla parte in cui l’ha iniziata, in cui circa 40 milioni di devoti al Duce, dalla mattina alla sera, si trasformarono in ferventi oppositori al regime, perché mai stupirsi, per esempio, se qualcuno un bel giorno decide con la proverbiale faccia tosta di rinnegare i suoi trascorsi politici?

 

Memorabile in tal senso fu, nell’èra “moderna”, Walter Veltroni e il suo “non sono mai stato comunista”, nonostante il curriculum gridasse vendetta. Dall’estremo opposto, su questa falsa riga si è mossa in questi giorni Giorgia Meloni, già Fronte della Gioventù più tante altre belle cose dal profumo di Fiamma tricolore.

 

L’outing, come l’hanno definito ironicamente alcuni organi di stampa a lei vicina, giunge in coda a una serie di prestazioni che mostrano l’eroina della destra romana confusa o quanto meno maldestramente consigliata, se non altro da quando ha deciso di annunciare la sua gravidanza fuori dal matrimonio nel raduno “familiare” del Circo Massimo gremito di forsennati neocatecumenali.

 

Da allora si sono concentrati a stretto giro stravaganti cambi di direzione, a margine della candidatura a Sindaco di Roma. Così, senza colpo ferire, è giunto prima il favore per Rita Dalla Chiesa, dopo l’appoggio convinto a Guido Bertolaso, poi il repentino dietrofront, per orgoglio di donna ferito, e la conseguente candidatura a cui aveva rinunciato per il bene di mamma, all'insegna del “vogliamo vincere e non regalare Roma a chi l'ha distrutta o al qualunquismo del MoVimento 5 stelle”; salvo poi, il giorno dopo, dichiarare il voto a favore di Virginia Raggi, nell’ipotesi di ballottaggio con Roberto Giachetti.

 

Non contenta, infine (per ora), last but not least, ecco il sonante “non sono mai stata fascista”... Chiamate qualcuno!

 

 


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