Per quanto prevedibile, bisogna ammettere che la piega presa dalle vicende post-elettorali dei cosiddetti radicali di Emma Bonino va forse oltre le più deprimenti, quanto pessime, aspettative dei critici.
L'idea “meravigliosa” del neo onorevole Riccardo Magi di mettersi a fare il Pannella, con la velleitaria quanto incomprensibile auto-candidatura a ipotetiche primarie aperte del Partito democratico, ha fatto cadere nello sconforto e nella disperazione la più amata ma poco votata dagli italiani, che davvero non si aspettava un colpo del genere, per giunta senza preavviso e consultazione alcuna.
Così, i nodi di Più Europa si sono incastrati prima del previsto nel pettine sdentato di Radicali Italiani. Da tempo in preda al dilemma se essere o non essere partito vero, l'Associazione della fu Galassia pannelliana, lo scorso fine settimana, all'indomani dello "tsunami grillino", ha finito per inscenare uno spettacolo imbarazzante, grazie alla trovata geniale del suo segretario un po' megalomane e deputato per grazia e voti boniniani ricevuti, quando invece doveva analizzare la sconfitta e incardinare il futuro del cartello elettorale messo in piedi con il buon democristiano Tabacci.
Nel progetto Emma Bonino ha ammesso – sconsolata - di aver speso e rischiato il suo patrimonio politico. Ora che “non ha più il tempo di ricostituirlo”, è decisa a non arrendersi. Per questo andrà avanti, facendo intanto “la senatrice radicale di Più Europa”, nella speranze di ricomporre i cocci rotti in un'imprevista (ma solo nei tempi) resa dei conti interna. (A.M.)
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