Chiusa la parentesi televisiva, il confronto tra i candidati delle primarie del centrosinistra prosegue in vista del voto del prossimo 25 novembre. Il tema centrale ovviamente resta – e lo sarà per le stesse elezioni politiche nazionali – la grave situazione di crisi economica che sta attraversando il nostro Paese, e nel complesso l’Europa.
Nel confronto televisivo tra i candidati delle primarie ospitato da Sky, i tre soggetti più rilevanti in termini elettorali – e cioè Bersani, Renzi e Vendola – sono emersi in modo evidente come i protagonisti della disputa, relegando ai margini dello scenario Laura Puppato e soprattutto Bruno Tabacci, a dir poco sottotono.
Lo scontro degli ultimi giorni sulla modifica della legge elettorale ci consegna l’immagine di una classe politica che, a dispetto delle promesse e dei buoni proclami, sembra non cambiare mai. E dall’arroganza con cui i partiti stanno affrontando la questione emerge una delle più becere manifestazioni del sodalizio partitocratico, chiuso in se stesso e disinteressato al futuro del Paese.
Per capire meglio le cosiddette aperture di Pannella non a Grillo, ovviamente, ma al fortissimo scontento e alla vera ribellione contro i partiti che è maturata in amplissimi settori dell’elettorato, occorre ripercorrere un aspetto della storia dei radicali sin dalle loro origini e, anzi, partire dalla preistoria, quando ancora non esisteva il partito radicale e c’era soltanto un gruppo di giovani di belle speranze, di grande disorganizzazione e a tasche vuote, ma con una formazione liberal-gobettiana-pannunziana-ernestorossiana-spinelliana-rosselliana, amendolian …., connotato, tra l’altro, da una caratteristica di cui sto per dire, perché è poi quella che in questa sede ci interessa. di Silvio Pergameno
Dopo aver ascoltato per l’ennesima volta la battuta di Renzi che “non deve portare la giustificazione”, a qualcuno potrebbe anche venire il dubbio che, gratta gratta, il rottamatore abbia esaurito le munizioni a sua disposizione e che si avvii stancamente verso un'onorevole sconfitta alle primarie del centrosinistra.
- Bersani-Renzi-Vendola, il balletto delle alleanze senza contenuti
Sta facendo discutere la proposta di Matteo Renzi di rinunciare a qualsiasi alleanza politica in caso di vittoria alle prossime primarie del centrosinistra. Molti hanno rievocato la cosiddetta “autosufficienza veltroniana”, cioè la volontà espressa dall’allora segretario del Pd Walter Veltroni di correre autonomamente nelle elezioni politiche del 2008, poi in parte smentita dalle alleanze con l’Idv di Di Pietro e i Radicali.
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