La mostra di Luca Giordano (1634/ 1705), reduce dal successo parigino, ora si trova finalmente a Napoli, a Capodimonte. Si poteva pensare che questo perfetto esponente del barocco napoletano (se si vuole etichettarlo così) non avrebbe avuto successo a Parigi, che, all'epoca non aveva di certo apprezzato Gian Lorenzo Bernini, (1598/1689), l'altro napoletano che il barocco ce l'aveva nel sangue (materno). Appunto l'esperienza che allora ebbe il Bernini testimonia l'insofferenza verso il naturalismo barocco dell'ambiente parigino dell'epoca, dominata dal razionalismo di Cartesio (1596/1650) e da quello del Colbert (1619/1683), che, Controllore Generale delle Finanze dello Stato, certo con la ragione ci sapeva fare… di Adriana Dragoni
Da quando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è tornato dal vertice europeo di luglio, con l’annuncio dell’accordo raggiunto per il recovery fund destinato per una buona fetta all’Italia, data la sua peculiare condizione di nazione in maggiori difficoltà economiche, gran parte degli esponenti politici della maggioranza governativa ha occupato gli spazi informativi ripetendo continuamente la cifra che sarebbe a disposizione: 209 miliardi di euro. Oggi, che si scopre come i contenuti di quell’accordo siano ancora tutti da precisare, la condiscendenza del sistema mediatico all’operazione propagandistica appare per quello che è e aggiunge un ulteriore elemento in favore del ruolo deformante, ma anche controproducente svolto dall’informazione pubblica… di Luigi O. Rintallo
L’incontro sulla giustizia fra il vice-segretario del PD e il ministro Bonafede, al quale erano presenti anche il premier Giuseppe Conte e il vice-ministro Giorgis, è stato presentato dall’informazione come un passaggio politico rilevante, tanto da parlare di “rivoluzione”. A parte che nessuno dei convenuti aveva nemmeno lontanamente il physique du role del rivoluzionario, dal momento che provengono piuttosto da operati che testimoniano più che altro l’attitudine al rinvio e all’attendismo (basti ricordare come, da ministro, proprio Orlando affrontò la questione delle carceri), il dato evidente è che l’incontro ha certificato – se ce ne fosse bisogno – come le due forze in maggioranza siano accomunate dalla volontà di scongiurare riforme che incidano in profondità. di Luigi O, Rintallo
La Libreria Raffaello - Book & Coffe (via Kerbaker, Napoli) con il suo “Club dei Lettori” ha aperto le porte alla lodevole iniziativa della letture di libri e dibattiti, allietati anche da qualche piacevole sosta nell’accogliente bar: un anno di incontri mensili (da settembre a maggio) con tanti scrittori italiani contemporanei, presentati dalla scrittrice Vincenza Alfano, durante i quali soci del club hanno l’opportunità di dialogare con ciascun autore in modo aperto e spontaneo. di Giovanna D’Arbitrio
Nel mito, Persefone (Proserpina per i Romani) è rapita dallo zio Ade (Dite) e portata a forza nel suo regno sotterraneo - l'Ade appunto - di cui diventa regina. Ovidio, nel V libro delle Metamorfosiracconta la sbigottita angoscia della fanciulla rapita mentre, a gara con le compagne, raccoglieva fiori, ”conlecti flores tunicis cecidere remssis”. Il tonante Zeus (Giove), sollecitato dal dolore straziante della madre Demetra (Cerere), è costretto a rivendicare la propria figlia, e a costringere suo fratello Ade a restituirla almeno per pochi mesi, ogni anno. Quando Persefone ritornerà nel tripudio della terra materna, è la primavera a tornare.( … segue>)
«Ci viene poi raccontata, a turno, la favoletta dell'imminente crollo del Ponte Morandi». È quanto scriveva, in un comunicato stampa dell'8 aprile 2013, il Coordinamento dei Comitati No Gronda di Genova, che si opponeva alla realizzazione della Gronda di Ponente. «Rispetto al vuoto informativo che la cittadinanza sta subendo sulla realizzazione della Gronda di Ponente - si legge nella nota - vorremmo invitare i genovesi a diffidare da quanti negli ultimi tempi stanno in ogni modo cercando di vendere loro un elisir chiamato “Gronda”, come la panacea di tutti i guai della nostra città». di Redazione online il Sole 24 ORE
“Renzi apre la Leopolda condannando le fake news. Poi ha detto di aver portato l'Italia fuori dalla crisi.” Quei buontemponi del blog serissimo Spinoza.it a modo loro hanno colto il punto che ci troveremo di fronte in questi mesi di campagna elettorale, tra balle e propaganda, all'insegna di “Avanti, chi offre di più?”...
È ufficiale: i rom saranno finalmente inclusi nella Capitale e potranno dirsi romani a tutti gli effetti. Il Comune, infatti, promettendo di "superare i campi nomadi" distribuendo buoni-affitto, consentirà finalmente ai rom di dire, come l'indimenticabile Carlo nel celeberrimo film Bianco, Rosso e Verdone uscendo dalla farmacia da cui sperava di farsi rimborsare il costo dei medicinali erroneamente acquistati: "Nonna, m'hanno fatto un buono, che vor di'?". Superfluo riportare la prevedibile risposta della sora Lella: "Che te la piji nder culo". di Camillo Maffia e Gianni Carbotti
Tutto ebbe inizio con la candidatura alla segreteria di Michele Emiliano. Poi si proseguì con la deriva barricadera e “rivoluzionaria socialista”, con tanto di foto dei tre “scissionisti” del Testaccio sotto l’egida del re dei rottamati Massimo D’Alema. Seguì il give me five del giorno dopo col segretario uscente, preludio del contrordine all’insegna dell’armiamoci e partire, perché io resto e rilancio la candidatura. Questa in sintesi la parabola levantina di una settimana tragicomica, da cui prendono spunto le riflessioni di Geppi Rippa nalla conversazione con Antonio Marulo, in Maledetta Politica, sullo stato dell’arte nel Partito democratico.
Partendo dal libro “Alle frontiere della libertà” (Rubettino editore), l’autore Giuseppe Rippa (con Luigi Oreste Rintallo), sollecitato da Gianni Colacione, direttore di Liberi Tv e dallo scrittore Paolo Izzo, affronta in una conversazione i temi dell’attualità politica di questi giorni, riletti proprio nel metodo di analisi che il libro-intervista descrive.
- Liberi Tv, conversazione con Giuseppe Rippa (da liberi.tv)
Il Tribunale di Milano ha condannato in primo grado il direttore di Panorama, Giorgio Mulé, a 8 mesi di reclusione per omesso controllo in un processo con al centro una presunta diffamazione ai danni del procuratore di Palermo, Francesco Messineo, in relazione ad un articolo del 2009 pubblicato sul settimanale. L’autore dell’articolo incriminato, Andrea Marcenaro, è stato condannato ad un anno di reclusione, così come il giornalista che aveva collaborato alla stesura dell’articolo, Riccardo Arena.