Dare un domani al Partito democratico può essere molto difficile, considerando le numerose contraddizioni che lo accompagnano dalla sua nascita. Forse è proprio il modo in cui è nato e le forze che lo hanno creato che rendono più difficile questa prospettiva. di Giuseppe Rippa
- Quaderni Radicali 109 presentato alla stampa di Silvio Pergameno
- Conferenza stampa (video) Agenzia Radicale Video
Work in progress a Milano e Roma per il testamento biologico. Se nella capitale, infatti, testamento biologico è al centro di uno degli otto referendum cui è attualmente possibile apporre la propria firma nell’ambito dell’iniziativa Roma Sì Muove, a Milano, in attesa dell’imminente approvazione da parte della giunta di Milano del “Piano di zona” e con esso della Carta dei diritti del malato, elaborati dall’assessore alle politiche sociali Pierfrancesco Majorino, si riapre il dibattito sulla spinosa questione del fine vita.
Reduce da una giornata non proprio facile in tema di tasse sul vizio introdotte con un decreto poi bloccato prima ancora di nascere, il ministro della Salute Balducci cerca “chiarimenti giurisprudenziali” sul fronte della Legge 40, definita dalla Corte Europea per i diritti umani "incoerente". In poche parole si parla di ricorso contro la decisione dei giudici di Strasburgo. Dal canto suo il cardinale Bagnasco trova singolare che la legge italiana sia stata superata e surclassata.
Quando – e sono ormai diversi anni - «Quaderni Radicali» e il suo direttore Geppi Rippa hanno posto la centralità della “questione liberale” per il centrosinistra italiano, lo hanno fatto perché dalla sua risoluzione dipende la possibilità o meno di prefigurare un’alternativa politica reale per il Paese. Di questo sono altrettanto convinte tutte le forze che incarnano, in una veste come nell’altra, la reazione e la conservazione degli assetti di potere consolidati. di Luigi O. Rintallo
Il 30 luglio di quest’anno può diventare una data che resterà nella storia del nostro paese: l’anticipo a tale data dell’udienza in Cassazione del processo Mediaset non dovrebbe meravigliare, in quanto sembra proprio che il corso dei processi concernenti il Cavaliere sia sempre stato piuttosto rapido, mentre desta meraviglia l’insistenza con la quale il leader del centro destra persevera in quello che è sempre stato il suo errore di fondo: prendersela con i magistrati, con l’effetto di ricompattarli tutti nella difesa della propria posizione, nonostante il fatto che l’attuale assetto del terzo podere presenti aspetti molto pericolosi. di Silvio Pergameno
Ci voleva quel buontempone del principe Hanry, fotografato nudo in una stanza d’albergo di Las Vegas nel corso di uno streap-poker in compagnia di amici, per sollevare nuovamente in Gran Bretagna l’annosa questione del confine fra libertà di stampa e diritto alla privacy.
Il viaggio di Matteo Renzi all’estero è stato presentato con una certa enfasi dai media italiani. Il sindaco di Firenze ha avuto modo di incontrare alcuni leader politici stranieri – fra gli altri la cancelliera tedesca Merkel – e ciò è apparso agli occhi dei cronisti come un’accorta strategia volta a preparare il terreno per la prossima candidatura alla guida del governo. di Luigi O. Rintallo
La piccola Celeste, affetta da atrofia muscolare spinale, a cui era stata interrotta la cura sperimentale con cellule staminali adulte, deve poter proseguire il trattamento perché è in pericolo quotidiano di vita, in attesa della decisione definitiva del tribunale sul caso che vede sotto indagine gli Spedali civili di Brescia e la Stamina foundation del prof Vannoni. È quanto stabilito dal giudice del lavoro del Tribunale di Venezia Margherita Bortolaso in una seconda ordinanza, dopo che in una prima aveva stabilito il rinvio della decisione al 28 agosto.
Matteo Renzi sembrava aver rotto una consuetudine: quella dell’investitura dall’alto. Che si condividessero o meno i suoi progetti e il suo stile, egli era un outsider, e si proponeva prima come “rottamatore” (in un Paese ormai gerontocratico) e poi come modernizzatore, riprendendo lo spirito del “Lingotto”. di Danilo Di Matteo
Il meeting di CL non è solo la kermesse annuale che liscia abilmente il pelo al potente di turno (quest’anno il governo tecnico). C’è qualcos’altro che pulsa dietro le quinte, fra le anime devote degli stand. Una giornalista di 'Repubblica' ha avuto il merito di andare a curiosare, ascoltando le voci timorate di Dio e terrorizzate all’idea che si possa giungere a un riconoscimento delle Unioni Gay.
Premesso che sarebbe avventato esprimere valutazioni concludenti sui possibili sviluppi della situazione egiziana, dopo gli avvenimenti di questi giorni che hanno registrato imponenti movimenti di massa al Cairo e in altre città egiziane, quel che sembra si possa senz’altro affermare è che la Fratellanza musulmana con l’elezione di Morsi lo scorso anno ha vinto soltanto sulla carta. di Silvio Pergameno