Il pezzo forte del repertorio di Marco Travaglio in tv è quando, di fronte agli attacchi degli altri ospiti in studio, si stampa il sorriso ironico in volto, spalanca di più gli occhi e dichiara più o meno: “Ma io racconto solo fatti”. Provatevi a smentirmi, è il sottinteso, visto che quanto affermo è verità. Il più delle volte, l’interpretazione riesce benissimo e ottiene l’esito voluto, anche perché in effetti è molto difficile che l’editorialista del «Fatto» scriva o dica cose non vere. di Luigi O. Rintallo
Il "caso Sallusti", che in questi giorni è giustamente centrale nel dibattito sui media, sta rischiando una deriva intellettuale, politica e legislativa che andrebbe frenata. Il primo problema sta nel fatto che, nella faciloneria tipicamente italiana, il legislatore potrebbe alla fine essere portato ad abrogare completamente il reato di diffamazione a mezzo stampa. di Andrea Spinelli Barrile
I continui episodi di malcostume e di malaffare di cui è costellata la vita pubblica italiana cominciano a preoccupare i partiti, in particolare perché tra pochi mesi la consultazione elettorale in calendario potrebbe riservare non poche spiacevoli sorprese. di Silvio Pergameno
Lo stupore, e allo stesso tempo la leggerezza, che mostrano i partiti nell’affrontare gli scandali che – purtroppo periodicamente – emergono dai consigli regionali o dalle proprie tesorerie, produce una certa confusione. La disinvoltura, infatti, con la quale la politica ammette le sue responsabilità nell’inarrestabile degenerazione organizzativa e morale che la vede coinvolta è sbalorditiva, perché allo stesso tempo non è accompagnata da alcun processo di analisi e ridefinizione del proprio ruolo.
Su Matteo Renzi, al momento della sua candidatura alle primarie del Pd, è immediatamente calato l’anatema di Repubblica-Espresso, attraverso un articolo di Eugenio Scalfari. “Renzi è come Craxi”, scrive il fondatore, e non poteva essere più fulminante verso il sindaco di Firenze, perché quel paragone agli occhi del suo pubblico è quanto di più infamante potesse esserci. di Luigi O. Rintallo
Beppe Grillo ha partecipato al dibattito organizzato dal Movimento 5 Stelle di Parma contro l’inceneritore. Qualcuno ha parlato di piazza semivuota (nonostante uno slittamento di oltre mezz’ora) e Grillo, prendendosela con i giornalisti, ha dichiarato: “Diranno che è il flop del Movimento 5 Stelle”. Il punto è che non è stato solo un flop del Movimento... di Ermes Antonucci
Appare sempre più certo che l’Italia stia attraversando un momento politicamente interessante, anche se le forze politiche fanno di tutto per lasciar capire il contrario e cioè che la vita pubblica e il dibattito continuino nel solco e con movenze tradizionali. di Silvio Pergameno
E’ possibile che l’andamento della politica italiana subisca una dislocazione in conseguenza degli avvenimenti dello scorso novembre, quando il Presidente Napolitano, ottenute le dimissioni di Berlusconi, ha nominato il nuovo capo del governo, in persona dell’on.le Mario Monti, procedendo con modalità che non hanno mancato di provocare mormorii di protesta per supposte violazioni della legittimità repubblicana, in quanto aveva agito di testa propria e non uniformandosi alle richieste dei partiti. di Silvio Pergameno
Matteo Renzi, come noto, in vista delle “primarie” del centrosinistra, ha debuttato a Verona come aspirante premier con messaggi a loro modo seducenti, non privi certo di fascino. E inoltre, a coloro che lo accusavano di avere un progetto (soprattutto personale) ma non un programma, ha replicato con un’agenda in apparenza assai articolata. In realtà, proprio quei punti che sembrano tanto dettagliati celano la debolezza della visione, del “metaprogramma”. di Danilo Di Matteo
Non si sa se ancora sorprendersi oppure dimostrarsi rassegnati di fronte al modo in cui i personalismi prevalgano in modo sfacciato nella cronaca politica propinataci dal nostro sistema informativo, che – a dire il vero – è responsabile solo in parte di ciò, dal momento che molti dei protagonisti in effetti sembrano ragionare solo in questi termini. di Luigi O. Rintallo
Carlo Maria Martini voleva una riforma della Chiesa, che vedeva stanca, ancorata a una cultura invecchiata, priva di coraggio, burocratizzata e legata a riti esteriori, ma con le chiese vuote e le vocazioni in pesante crisi, esposta a piaghe gravi. di Silvio Pergameno