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23/11/24 ore

Europa, dove sei? Batti un colpo!


  • Silvio Pergameno

Di Europa si è sentito e si sente parlare parecchio, ma che ad essa corrisponda un soggetto internazionale degno di questo nome, proprio non si direbbe. Ad esempio, durante la recente campagna per le elezioni del cosiddetto Parlamento Europeo e nella fase elettorale, tutti i mezzi di comunicazione hanno dedicato ogni giorno molte pagine e servizi a questi eventi, ma analizzandone i contenuti non si riesce in alcun modo a trovare qualche sia pur vago accenno a una vera “politica europea”: i confini restano sempre e comunque ben delineati nell’ambito dei problemi dei singoli stati che compongono l’Unione.

 

Sulle questioni della crisi che da anni grava sempre più pesantemente sulle nostre economie, se si fa salvo qualche provvedimento (provvidenziale) della Banca Centrale Europea, il dibattito non si è svolto affatto su misure e termini di una politica economica europea; gli stati hanno, come prima, continuato a litigare sui vantaggi e i danni per questa o quell’altra componente dell’Unione.

 

Del resto, anche la moneta unica è stata voluta al di fuori di una prospettiva europea, come risposta alla riunificazione della Germania e come strumento per tenere sotto controllo la Germania (mentre poi di fatto è accaduto l’esatto contrario); solo che i particolarismi nazionali hanno impedito di creare una moneta vera, che avrebbe importato la costituzione di un governo europeo, con poteri indipendenti da quelli nazionali.

 

La Gran Bretagna sta dentro l’Unione con il preciso obbiettivo di impedirne la naturale evoluzione verso una federazione e il Parlamento ha approvato la proposta governativa di indire entro il 2017 un referendum per uscirne, un fatto che ha subito entusiasmato Marine Le Pen e il suo Front National, ben felici se anche la Francia facesse altrettanto…

 

Oggi ci troviamo di fronte a una politica nettamente antieuropea perseguita con tenacia dalla Russia di Vladimir Putin, il quale mira alla creazione di un blocco eurasiatico con l’India e la Cina, muovendo dal consolidamento dei legami con i paesi resisi indipendenti dall’URSS nei primi anni novanta del secolo scorso. Di qui le resistenze antirusse in particolare dei paesi baltici e anche degli altri del medio oriente europeo, oggi membri dell’Unione Europea, terrorizzati dalla prospettiva di fare la fine della CrimeaUn episodio gravissimo al quale l’Unione Europea non è stata in grado di opporsi. Questa Unione che, a causa della mancanza di un vero governo, ha silenziosamente dismesso il ruolo ricoperto in tutta la storia moderna.

 

Così oggi registriamo una Francia, con le sue mal riposte velleità nazionalistiche, che, alla riunione della Commissione Esteri del Parlamento europeo per decidere sulle sanzioni alla Russia, riesce soltanto a trovarsi negativamente esposta, come le è occorso proprio di fronte all’immane tragedia delle trecento vittime dell’aereo civile abbattuto nei cieli dell’Ucraina.

 

Parigi e il presidente Hollande sono rimasti schiacciati all’angolo a causa della necessità di rispettare l’esecuzione di contratti di forniture militari alla Russia (due navi da guerra modernissime e l’addestramento di quattrocento marinai russi). E del resto anche il Ministro degli esteri tedesco, Frank Walter Steinmeier, non è riuscito a fornire proposte degne di un consesso che rappresenta cinquecento milioni di cittadini.

 

La dolorosa realtà sta nel fatto che l’Europa è oggi governata da classi politiche estremamente deficitarie, che non perdono occasione per dimostrare la mancanza di volontà persino di porsi il problema del proprio futuro.

 

Quaderni Radicali 110, in primo piano c'è l'Europa


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