La storia del “partito radicale” - “p.r.” con la minuscola - ha rappresentato una seconda fase della vita del partito sorto con quel nome nel 1955 dalla scissione dal Partito Liberale del gruppo della sinistra, ed è sì la storia di un mondo, un mondo “altro”, come è stata definito da Giuseppe Rippa nel saggio L’altro radicale (Guida editore), una lunga intervista condotta da Luigi O.Rintallo, dove “altro” è il sostantivo, proprio per definirne l’ “alterità.” di Silvio Pergameno
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di Giuseppe Rippa con Antonio Marulo
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Nella seduta di giovedì 11 luglio, con 180 voti favorevoli, il Senato ha approvato in seconda lettura la modifica degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione, portando i parlamentari da 945 a 600. Per renderla definitiva manca solo l’ultimo pronunciamento della Camera dei Deputati, previsto per la fine del mese: la legge di riforma costituzionale è stata voluta dall’attuale maggioranza di governo tra 5Stelle e Lega, ma ha avuto il consenso anche del partito di Giorgia Meloni. Contrarie le opposizioni di sinistra, mentre Forza Italia non ha partecipato al voto. di Luigi O. Rintallo
Al di là degli aspetti più immediati, sui quali si è già scritto qualcosa su A.R., la visita a Roma ha fornito al Presidente russo Vladimir Putin un’occasione per sottolineare il fatto che il liberalismo deve ormai ritenersi superato, una posizione che non sembra aver formato oggetto di particolare attenzione (forse perché per tanti italiani è proprio così). di Silvio Pergameno
Per un professore di matematica la visita di Vladimir Putin a Roma sarebbe un “c.v.d”, un “come volevasi dimostrare”, magari anche senza bisogno di alcuna dimostrazione: a Matteo Salvini ha portato un TIR di fazzoletti per asciugarsi le lacrime a causa dell’esito complessivo delle europee (andate bene per lui solo in Italia), e comunque oggi un po' in ritardo, dopo che Tria e Conte hanno superato lo scoglio di Bruxelles con il famoso (e vituperato) spread che scende e la borsa che sale. L’udienza di papa Francesco a Putin comunque, gli è andata proprio bene. di Silvio Pergameno
Chi scrive ha voluto attendere le nomine ai massimi livelli delle istituzioni europee, l’ultimo atto legato alle elezioni dello scorso 26 maggio, per tentare qualche valutazione complessiva dell’accaduto, in attesa di qualche segnale degno di rilievo… che, comune, non c’è stato. La comparsa aperta in Europa del sovranismo aveva potuto far pensare, o, meglio, supporre, che la campagna elettorale si sarebbe svolta sulla contrapposizione tra europeismo e sovranismo. Ma questa ipotesi non si è verificata, ed in effetti non poteva verificarsi, perché la premessa di una tale contrapposizione sta nell’idea che le classi politiche europee non hanno compreso la necessità di superare proprio la loro ispirazione di fondo, cioè il cosiddetto “europeismo”, per decidersi finalmente ad avviare il più ambizioso processo verso la “federazione europea”. di Silvio Pergameno
I fatti emersi in questi giorni nell’ambito della magistratura rivelano una situazione preoccupante nella realtà del terzo potere, in particolare quando si rivelano comportamenti che testimoniano prossimità con ambienti esterni al corpo giudiziario. È chiaro che nell’ambito di “A.R.” e di “Q.R.” e degli “Amici di Quaderni Radicali” gli sviluppi giudiziari o disciplinari della vicenda rivestono un interesse relativo, laddove indispensabile sarebbe di riuscire ad aprire nel paese un dibattito sul senso e la portata dell’accaduto. di Silvio Pergameno
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