La morte del più grande dei combattenti per l’emancipazione dei popoli africani obbliga, per un giusto ricordo della figura dell’uomo, a una riflessione su alcuni fatti di grande rilevanza e se ad altra figura della nostra epoca possiamo paragonarlo la mente corre al mahatma Ghandi, in primo luogo perché entrambi combatterono ispirando la loro condotta ai principi della nonviolenza ma anche perché entrambi avevano di fronte lo stesso avversario: l’impero inglese. di Silvio Pergameno
“ ... Sono orgoglioso di essere un populista insieme a decine di migliaia di populisti”. Così il guru del Movimento 5 Stelle Casaleggio ho caricato la piazza del V3day a Genova qualche giorno fa. E se si può comprendere l'interpretazione che ne da “il Fatto quotidiano” bollettino e sponsor del grillismo, secondo il quale il “sofisticato” ragionamento va letto nel senso di vicinanza, "... somiglianza al popolo al quale devono tornare gli strumenti della democrazia", emerge subito che non vi è nell'approccio grillesco il superamento (Oltre) dell'antipolitica, ma siamo nel cuore proprio di questo processo (peraltro legittimato dalla schifosa dinamica del regime partitocratico …).
Il populismo russo, quello latino-americano e quello di Grillo e Casaleggio - videoeditoriale di Giuseppe Rippa (Agenzia Radicale Video)
Assente ingiustificata, colpevole ritardo, scarso peso politico... Si sprecano i complimenti per il ministro degli Esteri Emma Bonino nei commenti sulla vicenda che vede protagonisti e forse vittime i tifosi al seguito della Lazio calcio, arrestati e trattenuti in Polonia da una settimana. di Antonio Marulo
Il 26 scorso titolavamo l’ "L’inutile vertice di Vilnius" alcune note scritte alla vigilia dell’incontro nella capitale Lituana dei vertici dell’Unione Europea con i capi dei governi di Georgia, Armenia, Azerbaijan, Moldavia e soprattutto dell’Ucraina: un titolo che non era stato dettato dopo una fortunata consultazione con la sfera di cristallo, ma era il frutto di qualche semplicissimo ragionamento, soprattutto del fatto che il capo del governo di Kiev, Viktor Yanukovich, aveva già provveduto a ritirare l’assenso prima espresso a un trattato di associazione con l’Europa occidentale. di Silvio Pergameno
Alla fine pare proprio che sia tutta colpa degli anni ’80. Almeno così emerge dalla nuova vulgata dell’intellighenzia di una certa sinistra che spiega la crisi di sistema del Paese con la deriva individualistica che a partire dal periodo del riflusso avrebbe inquinato la società civile, influendo sul formarsi di una classe dirigente all’altezza dei tempi. di Antonio Marulo
Il 28 e 29 novembre prossimi a Vilnius, capitale della Lituania, vertice dell’Unione Europea con le Repubbliche europee postsovietiche più Azerbagian e Armenia, per trattative su una zona di libero scambio, anche se il bicchiere appare ormai mezzo vuoto, in quanto la Bielorussia non ci sta e soprattutto l’Ucraina di Viktor Yanukovich ha fatto una clamorosa marcia indietro, anche se il premier di Kiev ha annunciato comunque la sua presenza, alla quale ha subito aperto le braccia Catherine Ashton, l’inglese ministro degli esteri (si fa per dire) di Bruxelles e Strasburgo. di Silvio Pergameno
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