Ancora una volta le riforme costituzionali prendono l’avvio non con un preliminare dibattito politico nel parlamento e nel paese, come fu nel 1946, ma con la nomina di una Commissione (di politologi e giuristi di chiara fama), rafforzata per di più da quella di un Comitato, composto da venti senatori e venti deputati. di Silvio Pergameno
Grande scandalo questo delle intercettazioni, grandi proteste dei paesi europei “intercettati”, Francia e Germania in testa, con Parigi - paladina di una grandeur (che con le presenze americane trova spesso motivi di confronto dagli esiti non troppo brillanti) e disposta a mettere a rischio la creazione della zona di libero scambio Europa /USA - e con Strasburgo che finalmente trova l’occasione per battere un colpo (assai più appariscente che concreto, a dire il vero). di Silvio Pergameno
Da un lato gli assetti interni del Pd si vanno chiarendo: accanto a un’area Bersani vi è un’area Renzi. A dispetto dei tanti aspiranti al ruolo di segretario, quindi, il quadro sembrerebbe più trasparente, nonostante oscillazioni ed esercizi funambolici, come quelli di Massimo D’Alema. D’altro canto, però, la situazione è quanto mai difficile. di Danilo Di Matteo
Le interpretazioni della pesante condanna inflitta al leader del PdL dal Tribunale di Milano (siamo nell’ordine di tante che hanno colpito gli autori di reati apparentemente molto più gravi) deve indurre a riflettere sia sulle conseguenze che interessano il piano politico sia sugli aspetti che toccano quello giudiziario. E quelle che seguono sono soltanto prime riflessioni, perché la materia in discussione è di amplissima portata e dovrà interessare (o dovrebbe?) soprattutto i Saggi della Commissione da poco all’opera per redigere un piano di riforme. di Silvio Pergameno
La sentenza della Corte costituzionale del 19 giugno 2013 è destinata a rimanere nella storia d’Italia, perché con essa è stato messo a fuoco il problema istituzionale di fondo della nostra democrazia, rimasto irrisolto e non da oggi o da ieri, ma dal 1920, quando esso si pose nel quadro del suffragio universale appena arrivato (anche se dimezzato, perché le donne non votavano): il problema della divisione dei poteri. di Silvio Pergameno
Con la vittoria dei moderati in Iran è possibile che lo scenario mediorientale si metta in movimento. Si tratta ovviamente soltanto di una possibilità, molto condizionata, ma da non scartare del tutto. I principali attori della zona - Turchia, Iran e Siria - presentano tutti degli aspetti problematici. di Silvio Pergameno
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