Dopo il secondo incontro con Renzi, in linea di massima giudicato positivo, il Movimento 5 Stelle ha deciso a sorpresa di interrompere il dialogo con il Pd in tema di riforme costituzionali ed elettorali. "E' finito il tempo degli incontri" ha affermato la delegazione parlamentare pentastellata, capitanata da Luigi Di Maio, sul blog di Beppe Grillo. Ma la inaspettata marcia indietro del M5S porta con sé diverse ambiguità. di Ermes Antonucci
«Matteo ad agosto nasce mio figlio, cosa gli aspetta…». L’art director Loredana Toppi se lo è chiesto nell’appello-supplica a Renzi che la redazione de l’Unità ha diffuso per denunciare la situazione fallimentare in cui versa nuovamente il giornale fondato da Antonio Gramsci. Non se la passa meglio Europa quotidiano, che pare abbia i mesi contati.di Antonio Marulo
“Che barba che noia, che noia che barba!” Il pomeriggio politico italiano è stato monopolizzato da una polemica Pd-M5s che la dice lunga sul livello del dibattito. Casus belli un incontro mancato per discutere di legge elettorale: dell’Italicum da integrare con parti del Democratellum, ribattezzato da Renzi Complicatellum, il tutto per sostituire il Porcellum. Roba da clinica psichiatrica solo per i nomi. di Antonio Marulo
Il plenum del Csm, rispettando tutte le previsioni, ha archiviato l’esposto presentato dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo contro il capo dell'ufficio Edmondo Bruti Liberati per il caso relativo alle modalità di assegnazione dei fascicoli. Ma a mantenere alto il livello delle polemiche ci ha pensato l’intervento a gamba tesa del presidente della Repubblica, decisivo per sbrogliare la matassa di un conflitto, come quello milanese, che stava assumendo profili imbarazzanti. di Ermes Antonucci
Secondo la road map da "una riforma al mese" delineata da Matteo Renzi in pompa magna nel febbraio scorso, la riforma della giustizia avrebbe dovuto essere varata "entro giugno". Il termine è scaduto, ma della riforma nessuna traccia: al suo posto un’indicazione, quasi improvvisata, di 12 generiche e scarne "linee guida", presentate lunedì in Consiglio dei ministri. di Ermes Antonucci
In Parlamento Europeo il Movimento 5 Stelle farà parte del gruppo Europa per la Libertà e la Democrazia (EFD), dominato dall’Ukip del leader euroscettico Nigel Farage. La scelta fatta è il risultato dell’ennesima prova della democrazia virtuale fittizia messa in piedi dalla premiata ditta Grillo-Casaleggio. di Ermes Antonucci
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