E' partita a ieri al Politecnico di Torino la campagna “Pillola senza pillola”, iniziativa mirata ad informare i giovani sulla contraccezione tramite la distribuzione di materiale informativo e la possibilità di parlare con un ginecologo presente negli stand allestiti appositamente per l'occasione nelle principali università italiane. Un'iniziativa che appare più che necessaria se osservata alla luce di una recente indagine Eurisko secondo cui il 45% delle ragazze fra i 18 e i 26 anni non usa nessun metodo contraccettivo anche se conduce una vita sessualmente attiva.
L’eurodeputata Sonia Alfano sul suo sito ha prontamente ripreso un articolo del fondatore di Antimafia Duemila Giorgio Bongiovanni in cui si difendono i due parlamentari andati nelle carceri per incontrare i boss. Nell’articolo si riporta l’art. 67 dell’ordinamento penitenziario che disciplina la visita agli istituti, elencando i soggetti che possono accedervi senza autorizzazione, e si fa notare come Sonia Alfano e Giuseppe Lumia siano entrati “nell’esercizio delle proprie prerogative parlamentari”.
Che il direttore dell’azienda difenda le sue scelte è più che normale; sorprenderebbe il contrario. Ma la vicenda presenta tre ordini di questioni che la dichiarazione del direttore generale Rai Gubitosi si guarda bene dall’affrontare. di Luigi O. Rintallo
Dalla lotta alla fame e alla malnutrizione nel mondo, alla sicurezza e qualità del cibo, fino agli ultimi dati sugli sprechi agroalimentare. Questi i principali temi affrontati a Roma in occasione della Giornata mondiale dell’Alimentazione 2012, organizzata dalla FAO, che dal 1981 si celebra tutti gli anni il 16 ottobre.
Fa discutere la decisione dell’europarlamentare Sonia Alfano (Idv) e del senatore Giuseppe Lumia (Pd) di visitare alcuni boss della mafia in carcere, detenuti in regime di 41bis. I due parlamentari, secondo quanto svelato dal Corriere della Sera, da fine maggio avrebbero tenuto una serie di colloqui con Bernardo Provenzano, storico boss corleonese, Francesco Bidognetti, capo dei Casalesi, e Antonino Cinà, il medico di Riina ed ora imputato per la presunta trattativa Stato-mafia, mentre sarebbe fallito il tentativo di incontrare Filippo Graviano, uno dei capi di Cosa Nostra.
“Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe” predicava il figlio di quel Dio, padre di tutti sì, tranne che di uno. di Florence Ursino
La famiglia, fertile e rigoglioso terreno per robusti boccioli d'umanità, sempre più sembra nascondere, sotto le sue rassicuranti zolle, aride crepe o, peggio, infide sabbie mobili. Così, in un'Italia probabilmente poco pronta all'impennata di separazioni e divorzi degli ultimi anni e poco incline alla tutela dei principali diritti dei suoi cittadini, scene come quelle della scorsa settimana in una scuola elementare dell'Alta Padovana, non fanno altro che rimarcare quanto sia urgente e irrimandabile una riforma del sistema di 'Giustizia Familiare'.
Beppe Grillo è tornato ad attaccare il presidente Napolitano. Ovviamente ciò che qui si sostiene è l’assoluta legittimità di avanzare critiche nei confronti delle figure istituzionali, anche le più autorevoli, come appunto quella del presidente della Repubblica. Se c’è una cosa su cui Grillo, Travaglio e Co. hanno infatti ragione, pur smentendosi nella prassi, è che “Napolitano non è il Papa”. di Ermes Antonucci
Entro il prossimo maggio la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo si deve pronunciare su una massa di ricorsi per il trattamento contrario ai diritti umani subito dai carcerati nelle nostre carceri e a causa del quale essi hanno adito la Corte di Strasburgo: un paese non può aggiungere alla pena da scontare per la condanna subita quella vera tortura che è rappresentata dalle condizioni di vita impossibili degli stabilimenti di detenzione. di Silvio Pergameno
"Anche se il governo libico ha girato intorno alla questione, cerchiamo di essere molto chiari: in caso di condanna (in Libia) il Signor Gheddafi (Seif al-Islam, figlio dell’ex dittatore libico Muammar ndr) sarà impiccato". Queste le parole di Melinda Taylor, un avvocato d'ufficio, pronunciate davanti ai giudici della Corte Penale Internazionale, mentre è in corso una disputa tra la Corte e Tripoli su dove Seif debba essere processato.
Amnistia?, per carità, ci vuole ben altro per risolvere la questione giustizia nel nostro paese. Questa più o meno è la risposta che i radicali si sentono dire da più parti quando chiedono un’azione immediata per risolvere l’inumana condizione delle carceri e interrompere lo stillicidio di suicidi di detenuti e di guardie penitenziarie. Bene. Il Parlamento ha chiuso i battenti e di questo "ben altro" non si vede l'ombra.