Un lettore ha scritto al Corriere rimarcando che il presidente dell’ANM ha dichiarato che la sentenza di condanna per il caso Mediaset ha individuato in Berlusconi non solo l’ideatore del reato ma anche il coautore, il che significa che ci sono stati altri autori (o coautori); il lettore vorrebbe poi sapere i nomi coautori e le pene loro inflitte. Il Corriere risponde che la Procura ha scelto di processare Berlusconi separatamente e suppone che gli altri processi verranno in un secondo momento e aggiunge che forse sarebbe stato preferibile un solo processo. di Silvio Pergameno
Secondo i dati forniti dalla Commissione governativa olandese per l’eutanasia, nel 2012 c'è stato un notevole incremento di richieste per la 'dolce morte'; sono infatti stati registrati 559 casi in più dell’anno precedente. L'Olanda è uno dei pochi paesi (assieme a Svizzera, Belgio, Lussemburgo e allo Stato americano dell’Oregorn) a consentire il suicidio assistito.
Di Pietro o Casini, questo è il problema.
Ma anche solo l’ultimo bel dilemma in ordine di tempo che arrovella in questi giorni le teste d’uovo del Pd. La questione è di quelle non proprio esaltanti che riguardano le strategie e le future alleanze elettorali.
L’insistenza per una votazione a scrutinio palese nella votazione al Senato per la decadenza di Silvio Berlusconi, rappresenta un ulteriore inasprimento del percorso illiberale sul quale la nostra democrazia si è avviata dal 1993, con la cancellazione della garanzia politica che assisteva i parlamentari nel testo originario della costituzione. di Silvio Pergameno
Il 31 luglio del 2009, sulla spiaggia di Mezzatorre (comune di San Mauro Cilento), il cinquantottenne maestro elementare Francesco Mastrogiovanni fu catturato con grande spiegamento di forze dell'ordine e condotto all'ospedale pubblico di "San Luca" di Vallo della Lucania a seguito di un'ordinanza di "Trattamento sanitario obbligatorio" firmata dall'allora sindaco del paese di Pollica, Angelo Vassallo. di Paolo Izzo
Il commento di Ilvo Diamanti su 'la Repubblica' di oggi (lunedì 16 luglio) riguardo al “ritorno” del Cavaliere è come al solito brillante. Fra l’altro egli nota, sulla base di un sondaggio di Demos-Coop, che il 25% degli intervistati, “tra gli avvenimenti che hanno segnato positivamente l’Italia” negli ultimi trent’anni, indica “la discesa in campo di Berlusconi”; il 55% la fine del suo governo.
A pochi giorni dalla conclusione della campagna di raccolta firme sui Referendum radicali - #giustiziagiusta e Cambiano noi - emergono con chiarezza due dati: il primo riguarda il fatto che i temi oggetto delle proposte referendarie sono rimasti marginali al dibattito politico ed hanno avuto come di consueto scarso risalto mediatico; il secondo si riferisce alla inquietante assenza del Partito Democratico alla dialettica e al dibattitto intorno ai referendum. Circostanza quest'ultima che non può essere ignorata da chi ha a cuore e si batte per imporre il tema della questione liberale all'interno della sinistra italiana. Ne parla il direttore di Agenzia Radicale e Quaderni Radicali Giuseppe Rippa. (Video)
Due ore. E' questo il tempo che ho dovuto trascorrere in coda, ieri sera, a Roma, a largo Argentina. Per una volta, non a causa di automobili e mezzi pubblici intasati nel traffico del centro città, ma perché lì, a due passi dal luogo dove Giulio Cesare si spense sotto alle pugnalate di Bruto, ho espresso la mia volontà, quando sarà il momento, di “morire in pace” compilando il mio testamento biologico di fronte ad un notaio che, a titolo completamente gratuito, ha autenticato la mia firma. di Silvia Soligon
Non solo Grillo ha deciso di approfittare dello sbandamento del Partito Democratico sui diritti dei gay. Il leader dell’Idv Antonio Di Pietro ha infatti rilasciato un lungo e chiaro proclama: “Quella sui diritti della persona è una battaglia che dovrebbe essere trasversale e condivisa da tutti: laici e cattolici...
Emerge una certa spavalderia, non ingiustificata, dietro la fattiva modestia con la quale Enrico Letta si dichiara sicuro del fatto proprio e fa mostra di non temere le minacce del Cavaliere quando fa la voce grossa: se mi cacciate, faccio cadere il governo e si va alle elezioni. di Silvio Pergameno
In Yemen continuano ad aver luogo violazioni dei diritti umani in un clima d'impunità, rafforzato anche dall'immunità garantita all'ex presidente Ali Abdullah Saleh e ai suoi collaboratori in cambio dell'abbandono del potere. Amnesty International sottolinea che, se le autorità yemenite non agiranno per porre fine a tale situazione il Paese rischierà di affrontare una nuova crisi.