Il Death Penalty Information Center ha pubblicato il suo tradizionale “Rapporto di fine anno”, evidenziando che sia le condanne a morte che le esecuzioni rimangono vicine ai minimi storici, mentre raggiunge il minimo storico degli ultimi 45 anni nei sondaggi il consenso che i cittadini danno alla pena di morte.
La giustizia minorile italiana è un sistema che funziona e del quale dobbiamo essere fieri in Europa. Riesce realmente a residualizzare il carcere e relegarlo a numeri minimi. Tuttavia, in questi numeri ci sono sempre le stesse persone: gli stranieri, i ragazzi più marginali del sud Italia, tutti coloro per i quali la fragilità sociale e l’assenza di legami sul territorio rende difficile trovare percorsi alternativi alla detenzione. E' questo ciò che emerge da Guardiamo Oltre, il 4° Rapporto di Antigone sugli Istituti di Pena per Minorenni (IPM) presentato oggi a Roma durante una conferenza stampa.
Quando il medico ha cominciato a frapporsi tra l’umanità e la morte, quest’ultima ha smarrito l’immediatezza e l’intimità proprie dei secoli precedenti, la propria dignità di evento inesorabile della natura che va affrontato da ognuno. Dalla danza guidata da uno scheletro o “danza della morte” del Rinascimento, dal trapasso del vecchio dissoluto nella sua camera da letto dell’Ancien Regime, dal medico itinerante che lotta contro gli spettri vagabondi della consunzione e della peste del diciannovesimo secolo, dal clinico che s’interpone tra il paziente e la morte di quest’ultimo della prima metà del secolo ventesimo, si è giunti progressivamente all’odierna morte sotto cura intensiva, in genere in ospedale... di Maurizio Mottola (1951 - 2012)
Con il voto finale a Palazzo Madama (180 sì, 71 no) è stato data il via libera definitivo al ddl sul biotestamento. Il percorso è stato lungo e tortuoso. La battaglia, che ha visto i radicali storicamente in prima linea, è stata estenuante e dura. Si poteva fare anche meglio, ma è buon compromesso, viste le ataviche resistenze esistenti nel nostro Paese. Da oggi si può vivere un po' più liberi fino alla fine.
Marcello Dell'Utri sta bene dov'è: recluso, ammalato e senza cure adeguate. Questo in un “Paese normale”...,se per normalità s'intende quella tristemente nota in Italia. In un Paese civile Dell'Utri starebbe invece altrove, per ricevere il trattamento sanitario consono al suo stato precario di salute, nel rispetto dei diritti sanciti in Costituzione per tutti, detenuti inclusi. di Antonio Marulo
- Il caso Dell'Utri (e non solo), conferenza stampa (video da radioradicale.it)
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