Sabato notte sono state interrotte le trasmissioni televisive ed è apparso a reti unificate il presidente del Consiglio, che ha “annunciato” provvedimenti ancor più drastici per contrastare l’epidemia in corso. Si dà il caso che tali provvedimenti devono ancora prendere la forma di un decreto che – forse – entrerà in vigore nella giornata di lunedì. Prosegue dunque la nefasta politica degli annunci a singhiozzo, dove ciò che conta non è agire e prendere decisioni, ma “dar mostra” di farlo. Apparire prima che essere, insomma, è l’imperativo che detta le mosse di una classe dirigente che abusa di tale attributo. di Luigi O. Rintallo
Forse solo attingendo alla letteratura apocalittica ed alla cinematografia catastrofista si sarebbe potuto trarre spunto per prendere in prestito alcune delle immagini che oggi fanno parte del nostro quotidiano. Basta affacciarsi alle finestre per sentirsi proiettati in una ambientazione distopica che richiama scenari postatomici. In molte parti del territorio, quartieri deserti ed uno sparuto numero di persone in strada che si dirigono, opportunamente distanziate l’una dall’altra - in guanti di lattice e mascherine - nei pochi spacci di rivendita autorizzati a somministrare prodotti di consumo domestico. di Fabio Viglione
Dopo l’improvvida dichiarazione della presidente della BCE, Christine Lagarde, perfino il solitamente cauto Sergio Mattarella è intervenuto con parole nette: dall’Europa, “si attendono… a buon diritto, quanto meno nel comune interesse, iniziative di solidarietà e non mosse che possano ostacolare l’azione…” di contrasto alla crisi per le conseguenze dell’epidemia in corso. Eppure, nel circo informativo italiano, per una volta al Presidente della Repubblica è toccato inizialmente il destino di un radicale qualsiasi, nel senso che il suo intervento è stato quasi del tutto “marginalizzato”, impegnati com’erano a inneggiare all’invio di nove (dicasi nove) medici dalla Cina, la quale ha anche “restituito” una parte delle mascherine e dei materiali sanitari da noi inviati all’inizio dell’epidemia lì. Poi il presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, ha cercato un parziale rimedio e anche i silenti Paolo Gentiloni, commissario europeo all’economia e David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, si sono apparentemente svegliati dal sonno subalterno che li caratterizza. di Luigi O. Rintallo
Il 29 corrente ci saremmo dovuti recare alle urne per il referendum “costituzionale” sulla legge, già approvata, con la quale il numero dei parlamentari è stato ridotto di un terzo (i deputati da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200). La consultazione è però stata rinviata nel quadro delle disposizioni volte a contrastare la diffusione del coronavirus e tra una settimana o poco più sarà resa nota la nuova data dell’appuntamento. di Silvio Pergameno
Dopo la votazione a tre candidati (Creazzo, Lo Voi e Prestipino), al ballottaggio tra Lo Voi e Prestipino per l’incarico di Procuratore capo di Roma ha prevalso nel CSM il secondo. Il procuratore aggiunto della capitale, Michele Prestipino, ha ottenuto quattordici voti sui ventidue espressi. Due consiglieri della componente togata di Autonomia e indipendenza – Di Matteo e Ardita – si sono astenuti, al pari del membro laico della Lega Basile, mentre il vice-presidente PD Ermini non ha partecipato al voto così come aveva già fatto al primo turno. di Luigi O. Rintallo
Per il prossimo 4 marzo è prevista la nomina da parte del CSM del procuratore capo di Roma. È il caso di ricostruire le ultime vicende attorno a questa nomina, che riveste un certo rilievo negli equilibri di potere sia all’interno delle correnti della magistratura, sia dentro i partiti e le loro leadership in quanto sempre più le relazioni fra politici e toghe hanno ripercussioni sugli schieramenti e sugli scenari futuri. di Luigi O. Rintallo
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