Della vicenda della Catalogna l’Unione Europea, in buona sostanza, se ne è lavata subito le mani, sin da quando la situazione si è… complicata, e lo ha fatto trincerandosi dietro la competenza di Madrid a trattare le vertenze. E Madrid insieme ai separatisti hanno fatto di tutto per tagliare ogni via di sbocco verso una soluzione almeno logica, paradossalmente in una sorta di convergenza di fatto, anche se di certo non voluta. di Silvio Pergameno
Nell’esprimere in un precedente articolo alcune considerazioni di carattere generale sui referendum regionali consultivi di domenica scorsa, si è volutamente omesso di parlare delle due finalità che l’on.le Luca Zaia, Presidente del Veneto, si propone per il prossimo futuro: dare alla regione uno statuto “speciale” (possibilmente come quello della Val d’Aosta) e comunque ottenere che il 90 per cento delle imposte statali che gravano sui contribuenti del Veneto restino nella Regione... di Silvio Pergameno
Sui referendum regionali di Lombardia e Veneto (e non del – forse sottinteso – Lombardo-Veneto…) è già stato scritto molto, ma, ad avviso di chi scrive, non proprio tutto. Ed è giusto quel che in molti hanno sottolineato, cioè l’evidente emersione in tutta Europa (non a caso…un fatto del “Continente” intero) dell’idea – e ancor più dell’amore – per le cosiddette piccole patrie, che nasce ovviamente dall’insoddisfazione, più o meno estesa, per quelle che sarebbero le patrie “grandi”, cioè gli stati nazionali. di Silvio Pergameno
Proprio così. Nella tornata elettorale di autunno 2017 c’è stata un’affermazione delle destre delle porte chiuse, alla quale ben si attaglia una delle più taglienti, beffarde espressioni popolari per definire la banalità di tanti comportamenti umani: che cosa ci si poteva aspettare dalla restaurazione del passato se non l’esposizione a rischi scontati? Il peggio non sta, comunque nell’oggi: è davanti al domani che i paesi europei si presentano… disarmati. di Silvio Pergameno
La vicenda parlamentare del cosiddetto “Rosatellum”, la nuove legge elettorale, appare circondata nel dibattito politico di questi giorni più dal rumore nel Palazzo e fuori di esso, che dalle riflessioni che dovrebbe meritare. Lo scontro, infatti, presenta due caratteri che debbono essere evidenziati: avviene tra forze politiche che sono sì abbastanza nuove, ma altrettanto indefinite nelle idee, nelle finalità, nei programmi, in particolare quelli a termini un po'allungati; questo in primo luogo e poi c’è una novità di rilievo e che non riguarda solo l’Italia, ma interessa anche la Francia e la Germania, sia pure con problemi diversi, certo, ma in presenza almeno di elemento comune: cioè che per la prima volta il fatto “Europa” rappresenta un tema dello scontro politico. di Silvio Pergameno
I vittoriosi del 4 dicembre la hanno presa proprio male per il voto alla Camera del 10 ottobre sulla legge elettorale, passata con il sostegno della “fiducia”, cose che non si fanno specialmente sotto elezioni, Vero. E le motivazioni delle proteste sono note e si richiamano nella sostanza al vulnus inferto al principio della rappresentanza. I prima filai “5 Stelle” che, come è noto, si fanno portavoce di una rappresentatività diretta, non mediata in alcun modo. di Silvio Pergameno
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