Quando nel 2013, l’allora segretario del PD Bersani, dopo aver conseguito la “non vittoria” alle elezioni, iniziò le consultazioni per formare il governo, gran parte della stampa realizzò un pressing sul Movimento 5 stelle affinché accettassero di sostenerlo rinunciando allo “splendido isolamento”. Finì con Bersani umiliato durante l’incontro in streaming con i neo-parlamentari Roberta Lombardi e Vito Crimi. di Luigi O. Rintallo
Non crediamo valga la pena di dedicarsi all’esercizio delle congetture su quale sarà la composizione del nuovo governo, se non per rilevare che le urne questa volta non sono state menzognere, ma hanno confermato – e anzi rafforzato - i pronostici della vigilia, nel senso che il 5 marzo ci saremmo trovati con un Parlamento nel quale non sarebbe stata presente nessuna maggioranza omogenea. di Silvio Pergameno
Finalmente è arrivato il 5 marzo. Durante la campagna elettorale quando qualche sconsiderato (…?) chiedeva quali prospettive ci fossero per il nuovo governo dopo le elezioni, tanti rispondevano che bisognava aspettare l’esito del voto, risposta anche giusta, ma insieme una scusa per trarsi d’impaccio. Ora ci siamo, ma l’interrogativo rimane ancora senza risposta. La prima indicazione verrà ora Presidente della Repubblica, con la fornitura dell’incarico a formare il nuovo governo, ma comunque i partiti e le formazioni politiche tutte, vincitori e perdenti, dovrebbero ben dedicarsi a profondi esami di coscienza. di Silvio Pergameno
Siamo ormai al voto e ci arriviamo in una condizione di vuoto. Proprio mentre in Germania i due maggiori partiti bloccano i populisti e in Francia prende corpo il rilancio dell’Europa, qui in Italia sono mancate proposte adeguate alle sfide di oggi; e solo negli ultimi giorni, da parte di alcune forze politiche è arrivato qualche discorso sensato. Soprattutto nessuno ha aggredito il problema più grosso: quello dell’astensionismo. Qualcuno ha cercato di sfruttarlo; ma non è la stessa cosa. di Silvio Pergameno
Leggere l’intervista di Massimo Rebotti a Marco Travaglio, pubblicata dal «Corriere della Sera», serve se non altro a capire una parola che può risultare ostica come “autoreferenzialità”. Non che sia anomalo che i giornalisti si intervistino tra loro, ma certo è singolare come sempre più essi si pongano al centro della scena in questi tempi di campagna elettorale. di Luigi O. Rintallo
Domenica si vota… o almeno siamo chiamati a recarci alle urne, ma è scontato che molti italiani resteranno a casa o andranno alla partita o al cinema…magari non al mare, data la stagione… Non è una questione di qualche unità o di qualche decimo nella percentuale in più o in meno di votanti… la questione è che a queste elezioni si è arrivati perché la legislatura in corso, giorno più o giorno meno, è arrivata - faticosamente - al termine senza che la classe politica sia stata all’altezza dei problemi sul tappeto. E senza che vi sia stato un vero tentativo da parte dei responsabili della cultura e dell’informazione di affrontare a fondo il problema, di cercare di capire, prima di tutto, invece di vivacchiare… di Silvio Pergameno
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