Le lamentele contro l’Europa sono parecchie e di tipologie diverse. Per lo più si tratta di proteste per le ingerenze del livello europeo ai danni del livello nazionale; da parte di A.R. si tratta invece di critiche per la mancanza di una politica – soprattutto estera – degna del continente, tali non potendo essere considerati alcuni atti di presenza sulle faccende internazionali, che non sono altro che modeste proiezioni di politiche degli stati e per gli interessi degli stati e non una vera politica europea (del resto ancora priva delle istituzioni dove questa possa formarsi ed esprimersi). di Silvio Pergameno
Si chiamerà così il trattato per la “collaborazione rafforzata” tra Francia e Italia concordata tra Emmanuel Macron e Paolo Gentiloni nel corso del vertice dei “Paesi europei del Mediterraneo” tenutosi a Roma il 9 e 10 gennaio. di Silvio Pergameno
Chi vincerà le elezioni? Mah! Una volta con questa domanda si chiedeva di indovinare quale sarebbe stato il partito che avrebbe ottenuto più voti, anche se poi tutti i concorrenti dopo la votazione trovavano modo di dire che avevano ottenuto qualche vittoria. In questa tornata elettorale la domanda contiene un vero e proprio trabocchetto. di Silvio Pergameno
A partire dal giugno 2016 nella condizione politica dell’Europa si sono rivelate profonde novità, la Brexit prima di tutto e poi le elezioni in Francia e Germania, cui seguiranno, ormai a breve quelle nel nostro paese: nel giro di venti mesi cioè l’Unione Europea ha perso uno dei quattro maggiori stati membri, mentre negli altri tre occorre capire bene cosa sta succedendo, in particolare rispetto al dato di maggior rilievo, cioè le prospettive del processo di integrazione. di Silvio Pergameno
Il Presidente francese, Emmanuel Macron, ha fatto oggi della Francia il paese più europeista, dopo che era stato tra i più contrari a sostenere gli avanzamenti nel processo di integrazione del nostro antico continente. Il richiamo all’Europa è stato costante nell’anno in cui ha preparato, girando tutta la Francia, la sua vittoria elettorale la scorsa primavera e poi nella cerimonia con la quale la ha festeggiata e adesso rilancia un’iniziativa di riforma dei trattati costitutivi dell’Unione, da concordare con la Germania. di Silvio Pergameno
La formazione del nuovo governo austriaco, che registra una coalizione tra il Partito Cristiano Sociale di Sebastian Kurz e il Partito della Libertà di Heinz Christian Strache (OFP - il partito dell’estrema destra, erede di Jorg Haider) ha suscitato perplessità e apprensioni in giro per l’Europa, nonostante le assicurazioni fornite dal Presidente della Repubblica, Alexander von der Bellen, sulla lealtà europea dei nuovi governanti (Von der Bellen proviene dai Verdi, che però non sono entrati in Parlamento, non avendo superato per un soffio – nelle elezioni dello scorso ottobre - lo sbarramento del 4%: alle elezioni del 2013 avevano ottenuto oltre il 12% dei voti). di Silvio Pergameno
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