Per il premier Matteo Renzi, l’ultima settimana coincide con una collezione di sconfitte politiche che hanno riguardato più piani. Infatti, a quella del rinvio delle nomine europee, dopo l’inutile braccio di ferro per candidare la responsabile della Farnesina, Mogherini, al ruolo di commissario agli Esteri dell’Europa, si devono aggiungere le notizie non confortanti sull’economia che prefigurano ormai la necessità di un’ulteriore manovra di "prelievo" e, sul piano più direttamente politico, il modo in cui va articolandosi il dialogo con il Movimento 5 stelle sulla legge elettorale. di Luigi O. Rintallo
La governabilità è una brutta bestia e ove le sue esigenze non vengano soddisfatte è capace di sbranare qualsiasi forma di governo che non ne assicuri presupposti e condizioni: proprio noi italiani dovremmo ben essere consapevoli del peso di questa asserzione, in ragione del nostro passato, proprio di quel fascismo del quale tanto si parla, ma senza evidenziarne le origini. di Silvio Pergameno
Nel 2014, e più esattamente il 28 giugno, scadeva il centenario dello scoppio della prima guerra mondiale, una nuova guerra dei trent’anni svoltasi in due episodi, inframmezzati da un ventennio nel corso del quale l’Europa, finito il primo turno, ha messo la miglior buona volontà nel preparare accuratamente il secondo: un’Europa inquieta, dominata da nazionalismi inferociti contro la democrazia. di Silvio Pergameno
Una delle caratteristiche delle leggi elettorali, così come sono state promosse in Italia, è quella che in generale hanno corrisposto più ai desiderata dei partiti che non allo scopo di garantire un adeguato grado di rappresentatività e di stabilità degli organismi istituzionali. Per lo più, si procedeva in questo modo: si fotografava lo stato dell’arte e ogni partito sulla base di esso faceva le sue proposte di modifiche, all’inseguimento del massimo vantaggio per sé. di Luigi O. Rintallo
Giuliano Ferrara ha imperniato il suo editoriale del lunedì sulla percezione che ha l’uomo comune di Renzi: lo "sente un’occasione". Logica vorrebbe, sostiene il direttore de «Il Foglio», che uguale atteggiamento sia adottato anche dai cosiddetti opinionisti, i quali invece – obbedienti alla "moda del contropotere" - hanno cominciato a sottoporre il governo a bordate critiche. Ferrara non sbaglia a individuare nei soggetti dell’establishment un’ambigua "modalità rivoltosa" che nasconde la reale e interessata difesa dello status quo. di Luigi O. Rintallo
“Porch’il mondo che c’ho sott’i piedi, se mi nasce un figlio finocchio!”: è una delle battute-tormentone di Vito Catozzo, il personaggio di guardia giurata interpretato da Giorgio Faletti nella trasmissione Drive In. di Luigi O. Rintallo
é uscito il N° 118 di Quaderni Radicali "EUROPA punto e a capo" Anno 47° Speciale Maggio 2024 |
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