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21/11/24 ore

EDITORIALI E COMMENTI

Caro Polito, non accettare sulla Giustizia schemi distorti e dannosi

Antonio Polito, editorialista del «Corriere della Sera», è recentemente intervenuto sulla riforma del processo penale presentata dal ministro Marta Cartabia. Improntato, come di consueto, a un punto di vista di buon senso e alieno da pregiudizi ideologici, Polito auspica un equilibrio fra l’esigenza di garantire tempi certi ai procedimenti e quella di scongiurare che la scadenza dei termini neghi il perseguimento della giustizia. La riforma proposta da Marta Cartabia pone un parziale rimedio all’esito più discutibile dell’abolizione della prescrizione voluta dal predecessore Alfonso Bonafede, vale a dire l’indeterminatezza dei tempi di conclusione dei processi, che era il risultato – secondo Polito – dell’insinuarsi nella coscienza collettiva della pregiudiziale “presunzione di colpevolezza” verso gli indagati in spregio al dettato costituzionale. di Luigi O. Rintallo

Perché l’Associazione Nazionale Magistrati teme i referendum sulla Giustizia Giusta

Ancora nemmeno si raccolgono le firme per i sei referendum sulla giustizia, che già il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) Giuseppe Santalucia sferra un attacco preventivo per esprimere la sua contrarietà. Ma – si badi – non nel merito dei quesiti, ma addirittura verso il “metodo” dei referendum, quasi che questi ultimi non fossero uno strumento previsto dalla Costituzione: in pratica, con la sua presa di posizione, la magistratura associata contesta la stessa possibilità di far esprimere i cittadini sui temi che li riguardano direttamente, come lo è sicuramente l’amministrazione della giustizia. di Luigi O. Rintallo

Il partito dell’Antiriforma contro i referendum sulla Giustizia-Giusta

Se si dovesse individuare una costante negativa della politica italiana in questo ultimo decennio la si può individuare nell’assenza di un reale coinvolgimento dei cittadini. Sia a causa dei sistemi di voto adottati, sia perché il processo decisionale è stato condizionato dall’esterno o attraverso gli accordi delle nomenclature, fatto è che da tempo la popolazione non ha modo di incidere sulle scelte politiche. Lo stesso exploit del Movimento 5 Stelle, favorito in parte anche dall’utilizzo del web  che televisioni e giornali compiacenti rilanciavano, ha rivelato presto quanto fosse ingannevole e illusoria l’enfasi che esso riponeva nelle forme di democrazia diretta on line, dal momento che si è convertito in uno sfogatoio qualunquistico anziché in un’opportunità di crescita della democrazia… di Luigi O. Rintallo

 

- Referendum Giustizia. Politica e magistratura: il difficile equilibrio. Angelo Panebbianco su Corsera

Le scuse di Di Maio e la deriva giustizialista

Nella lettera di scuse indirizzata all’ex sindaco pd di Lodi, Simone Uggetti, che ha inviato al «Foglio», qualche maligno potrebbe scorgere i segni dell’avvedutezza e preveggenza che tanti riconoscono al talento del ministro Luigi Di Maio: ora che all’orizzonte si profilano le conclusioni delle indagini sulla gestione del governo Conte 2 dell’emergenza covid, assistiamo a una conversione in senso garantista che potrebbe giovare a limitare gli eventuali danni e a rasserenare il clima politico. Della lettera di Di Maio qui interessa, tuttavia, rilevare come si presti a una serie di osservazioni sia per quel che riguarda la parabola del giustizialismo nel Paese, sia a proposito dell’evoluzione delle attuali fasi politiche. di Luigi O. Rintallo 

Giustizia, il caso Amara mette in crisi un pilastro della democrazia: la magistratura

La vicenda dei verbali di interrogatorio dell’avvocato siciliano Piero Amara che agita ancora una volta il mondo delle toghe italiane e il CSM, aggiungendosi alle polemiche scaturite dal caso Palamara con lo svelamento dei condizionamenti politici e del sistema che presiede alla distribuzione degli incarichi, si inserisce in un crocevia dove convergono sia le contese che hanno preceduto la nomina del successore di Giuseppe Pignatone alla Procura di Roma, sia le inchieste controverse che hanno riguardato l’ENI. di Luigi O. Rintallo

Nessun vero Piano di Ripresa senza una profonda riforma della giustizia

Nella giornata di lunedì 26 aprile, il presidente del Consiglio ha illustrato alla Camera il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Predisporre gli interventi necessari per la sua applicazione rappresenta la principale mission del governo Draghi, anche perché da ciò dipende la concessione dei crediti europei da qui al 2026 che sono subordinati all’ammodernamento strutturale del nostro Paese. Perché possa prendere avvio questo processo è necessario rimuovere le cause profonde dell’ingessamentoche, da quasi sei lustri, blocca la società italiana – dal comparto privato a quello pubblico, in ogni suo profilo. Queste cause trovano nelle disfunzioni e nei ritardi del nostro sistema giudiziario la fonte originaria di ogni tipo di problematicità… di Luigi O. Rintallo