Prorogati i bandi di partecipazione Compagnie Fringe e Corti Teatrali alla 1^ edizione del Catania Off Fringe Festival che si terrà dal 16 al 30 ottobre 2022, prodotto dall'associazione La Memoria del Teatro – Palco Off in partenariato con l’Associazione Milano Off ed in collaborazione con il Teatro Stabile di Catania.
“Quanto sta accadendo alla campagna referendaria di informazione radiotelevisiva (e non solo) è semplicemente inedito ed incredibile - hanno dichiarato Maurizio Turco, Irene Testa e Marco Beltrandi, rispettivamente segretario, tesoriere e membro della segreteria del Partito Radicale. - Non solo l’assenza di qualsiasi approfondimento e dibattito sui quesiti relativi alla giustizia in prima serata, non solo spizzichi di informazione sui telegiornali Rai , a fronte di sondaggi che dicono che pochissimi italiani conoscono anche soltanto l’esistenza di referendum al voto il 12 giugno.
Giovedì 10 febbraio 2022 alle ore 17:00 presso il Centro Studi Americani di Roma (via Michelangelo Caetani, 32) si è tenuto un dibattito sulla presentazione del libro La Romania alla fine della Guerra Fredda. Condizione geopolitica e opzioni di sicurezza (Rubbettino editore). Ai saluti di Roberto Sgalla, direttore del Centro Studi, seguirà il dibattito a cui interverranno Stefano Bottoni, professore dell’Università di Firenze, Lucio Caracciolo, direttore di Limes, Francesco Guida, professore Università Roma Tre, Roberto Menotti, direttore Aspenia online, Giuseppe Rippa direttore Quaderni Radicali. Coordina Piero Schiavazzi analista Huffington Post e docente Link Campus University.
- Presentazione del libro di Mihail Dobre «La Romania alla fine della Guerra Fredda. Condizione geopolitica e opzioni di sicurezza» (da Radio Radicale)
Gli ultimi mesi del settennato di Sergio Mattarella sono stati contrassegnati dalla sua presenza quasi quotidiana nei servizi dei telegiornali nazionali. Non vi è stata cerimonia o visita che non sia stata proposta in apertura dei tg, con ovvie riprese sulle prime pagine dei principali quotidiani. Un martellamento mediatico spiegabile con l’obiettivo dell’establishment di puntare alla sua rielezione, nel tentativo di trovare una soluzione al nodo che le circostanze politiche avevano determinato e che si componeva di due capi: da un lato, prendere tempo sino al 2023 – anno di scadenza della legislatura – e gestire gli impegni di governo legati al PNRR; dall’altro, evitare con la riconferma un’elezione presidenziale in cui le forze di centrosinistra non sono nella condizione di indicare e far votare un loro candidato… di Luigi O. Rintallo
- Quirinale: una scelta non determinante per il futuro di partiti liquefatti. Agenda storico-politica (6) di L.O.R.
Infiniti i livelli di violenza, aggressività, oppressione dell’altro. Quasi non sapessimo fare altro che mentire e violare. Ci siamo così assuefatti da non cogliere più l’assurdità dell’ingiuria, la pena. Per difenderci ci appaghiamo di una spiegazione, pronti a giustificare, a razionalizzare il torto, l’ingannevole oltraggio. Anestetizzati dalla nostra inevitabile complicità di vittime, e dal dolore, finiamo con l’accettare l’ineluttabilità del male. (... Segue>)
Negli anni che seguirono la Seconda guerra mondiale, i Paesi sconfitti e che avevano anche subito le più pesanti distruzioni, Germania, Giappone, Italia, conobbero uno sviluppo economico più elevato dei vincitori di quella guerra. Si chiama «effetto Fenice»: la mitica creatura che risorge dalle proprie ceneri. È lecito sperare che alla rapidissima distruzione del tessuto economico prodotta dal coronavirus segua un’altrettanto rapida ricostruzione. di Angelo Panebianco (da Corriere della Sera)
Nascosti dentro le nostre case, possiamo diventare inesistenti. Fuori tutto è fermo, nulla si muove. Sul vetro della finestra chiusa appare al nostro sguardo un'immagine bidimensionale, piatta, senza spazio. Ma, in questo incubo atemporale, c'è una satanica entità incorporea. La ricca cronaca dei suoi assassinii, sullo schermo piano del pc e della tv, ci commuove, ma, a volte, quasi astrattamente, come per una fiction televisiva strappalacrime, mentre la minaccia di un pericolo personale ci terrorizza realmente. Siamo comandati dal terrore, il mezzo considerato il più efficace per il comando di un incontrastato dittatore. E vengono in mente gli scenari profetici di George Orwell. di Adriana Dragoni
40 anni fa, di questi giorni, l'Italia viveva col caso Moro il momento più drammatico, tragico e cruciale della sua storia repubblicana. Per certi aspetti – come qualcuno ha detto – si è trattato di una sorta di nostro “11 settembre”, dopo il quale nulla fu più come prima. Geppi Rippa – sollecitato da Antonio Marulo – ne parla, nella rubrica Maledetta Politica, prendendo spunto dalle ricostruzioni storico-giornalistiche di Ezio Mauro per Rai 3–Repubblica Tv e Andrea Purgatori per La7 che - seppur di buona fattura – non mancano di suscitare perplessità per il racconto e le omissioni di alcuni aspetti delle vicende che portarono al sequestro e poi all'omicidio del leader democristiano.
Che uno non valga uno è fatto acclarato da tempo. Non era invece così scontato che si arrivasse molto in fretta all'esatto opposto dell' "uno vale tutti", per giunta in barba a Grillo. Eppure così sembra, a leggere il nuovo regolamento del gruppo parlamentare grillino al Senato, che dà a Luigi Di Maio il potere di vita o di morte sugli onorevoli cittadini.
Nelle grandi culture premoderne i sacrifici di esseri umani incolpevoli erano sempre socialmente ritualizzati come tributi dovuti a divinità irate o a dominatori esigenti. Notissimo è il mito del Minotauro, mostro a cui Minosse, re di Creta, dava annualmente in pasto sette giovinetti e sette vergini, tributo da lui imposto alla città d’Atene. Tali sacrifici non erano mai senza una ragione, essendo immaginati come mezzi necessari per la salvezza della collettività. di Aldo Masullo (da ilmattino.it)
In mostra a Venezia, presso la Casa dei Tre Oci sino al 10 settembre, Lost+Found, antologia dell’intera carriera di David LaChapelle. L’eco dei grandi maestri del rinascimento, del manierismo e del barocco italiano percuote lo spettatore e lo invitano a riflettere sull’entità dei valori condivisi e sul moderno senso d’identità. di Marcello Sadik Mottola