Non possiamo fermarci a piangere i nostri morti: è questo il senso dei commenti che seguono a ogni episodio dell’ormai interminabile,terribile serie di attentati che sta colpendo l’Europa, anche se poi non capita di leggere commenti che, se non anche veramente persuasivi per le proposte di reazioni e comportamenti e per l’indicazione di “un che fare” di fronte alle stragi, offrano almeno un punto di partenza convincente. di Silvio Pergameno
Non si può che dire grazie dopo la lettura de "Il suono ritrovato", edito da Universitalia, che propone con intelligenza e coraggio una ricerca culturale unica, partendo da domande semplici che non hanno forse mai trovato risposta: cos’è la musica? musicisti si nasce o si diventa? da dove nasce l’ideazione musicale? di Stefania Graziani
Il sindaco di Parma scomunicato da Grillo, Federico Pizzarotti, ha radunato i dissidenti pentastellati per decidere come rilanciare il M5S. Ad attendere i "ribelli" un gruppo di contestatori delusi per l'impossibilità di intervenire nel dibattito. Insomma, i dissidenti dei dissidenti, tanto per capire la situazione parossistica nella quale è sprofondata la creatura grillesca. di Ermes Antonucci
A 17 anni diventò un'assassina. Neanche l'amore per quel figlio avuto due anni prima da un uomo che fu costretta a sposare a 14 anni le impedì di premere il grilletto. Questa è la storia di Razieh Ibrahimi, in attesa di essere giustiziata. Questa è la storia di una ragazza iraniana, rea di aver ucciso il marito dopo anni di abusi fisici e psicologici e per questo condannata a morte. Questa è una storia come tante, di orrore e solitudine, di schiavitù e violenza, di ordinaria disperazione e stra-ordinaria immutabilità. E’ una storia comune lì, in uno dei tanti paesi in cui l’Islam è ferocia e disumanità e nient’altro. di Florence Ursino
In sala dal 9 giugno “L’uomo che vide l’infinito”,il film del regista e sceneggiatore di origine sudafricana Matthew Brown (tratto dall’omonima biografia di Robert Kanigel), racconta la vita di Snirivasa Ramanujan (Dav Patel), geniale matematico indiano morto di tisi a soli 33 anni. di Giovanna D’Arbitrio
Nella disamina degli attivi e dei passivi del governo Renzi non può mancare una breve analisi relativa ai ritardi ed agli avanzamenti, veri o presunti che siano, nel campo in cui il nostro Paese si trovava – ed in parte ancora si trova – più indietro di tutti i suoi epigoni interni alla Comunità Europea, ovvero l’agenda digitale. di Roberto Granese (da Quaderni Radicali)
“A Palermo con l’acqua si mangia”. La nota battuta dà la misura di come venga in Sicilia vissuto e sfruttato un disservizio – di per sé risolvibile - che diventa disagio sociale da salvaguardare e perpetuare nel tempo in quanto occasione di business di dubbia liceità. L’annosa questione è paradigmatica di un certo andazzo italico, sintetizzabile nell’sms intercettato dell’ormai famoso Buzzi nell'inchiesta sulle cooperative sociali a Roma... di Antonio Marulo
Il M5S ha detto sì al direttorio proposto da Beppe Grillo per guidare una nave che piano piano sta affondando. Una rivoluzione democratica, esultano i soliti. E pazienza se il giorno prima si è dovuto assistere all'ennesima epurazione autoritaria. Pazienza se la stessa nuova struttura organizzativa sia stata calata dall'alto, senza passare per l'assemblea del movimento, calpestando dunque ancora una volta le regole democratiche prefissate. E pazienza, poi, se in realtà alla fine, direttorio o meno, nulla cambierà nelle dinamiche interne di un partito per natura allergico alla democrazia. di Ermes Antonucci
La tregua è finita. Dopo quasi due mesi di stop, questa notte, in Giorgia, Marcus Wellons è stato giustiziato “con successo”. La macchina del boia targata Usa ha ripreso le esecuzioni capitali dopo l’orrore del 29 aprile, giorno in cui Clayton Lockett, detenuto in un carcere dell’Oklahoma, è morto ben 43 minuti dopo l’iniezione di un nuovo cocktail letale ottenuto con farmaci ‘sperimentali’.
Quando una persona amata muore, l’immagine che torna più frequentemente alla memoria è quella dell’ultima volta in cui si è vista in vita. Per André Bamberski il saluto di sua figlia Kalinka in partenza per la Germania, dove morirà ad appena quattordici anni, deve essere stato una ossessione che è durata più di trent’anni. Lo testimonia il suo libro autobiografico “Pour que justice te soit rendue” (Ed. Lafon, 2010) e il film che il bravo regista Vincent Garenq ne ha tratto e che da oggi è nelle sale italiane con il titolo di “In nome di mia figlia”. di Paolo Izzo
Nella discusione apertasi con le ormai famose dichiarazioni rilasciate da Massimo D’Alema al Corriere della Sera, qualche giorno fa, da molte parti si è si è indulto al malvezzo (di origine multiculturale) di spostare i termini degli interventi sui dati psicologici e caratteriali dell’illustre intervistato, al quale, a dir la verità, non è parso vero – questa almeno è stata l’impressione di chi scrive – di stare al gioco, avviato proprio da un intervistatore che sa il fatto suo. di Silvio Pergameno