Il 13 aprile 1944, settant’anni fa, a Montefalco, presso Perugia, due diciannovenni – come altri giovani della zona, vennero fucilati da un plotone di esecuzione della RSI perché condannati alla pena di morte, in base ai decreti di Rodolfo Graziani e di Mussolini, per renitenza alla leva (reato militare normalmente punito con due anni di reclusione, meno le normali attenuanti e le possibili scappatoie): Americo Fiorani e Luigi Moretti, entrambi di Montefalco, dove vivevano nella campagna del contado e dove erano stati catturati (si sospetta a seguito di una spiata) il 27 marzo precedente. di Silvio Pergameno
Niente più cinguettii in Turchia: il primo ministro Recep Tayyip Erdogan ha deciso di portare avanti con fermezza la sua politica di sradicamento dal territorio nazionale dei social network, ‘rei’ di aver diffuso informazioni sugli scandali di corruzione in cui sono invischiati il premier e numerosi membri del suo partito, l’Akp.
Dopo "Dobbiamo parlare" di Rubini, un'altra commedia agra costruita su un tessuto registico teatrale, e basata su storie di coppie. Ancora una volta la casa di una di loro, un chirurgo estetico e una psicoterapeuta (Marco Giallini e Kasia Smutniak) è la sede dell'intrigo. di Giovanni A. Cecconi
Le attuali iniziative estemporanee di alcuni dirigenti scolastici di rimuovere dai calendari scolastici le attività legate al Natale (spettacolini, canzoni, presepi ecc.), oltre ad essere inopportune e quasi sempre prese senza il consenso dei collegi docenti e dei consigli di istituto, muovono da una totale incomprensione della funzione cognitiva dei simboli e delle modalità attraverso cui la mente infantile si relaziona con la realtà. Un presepio, una canzoncina, una poesia natalizia non sono soltanto attività di culto. di Giulio Leoni
Fra le cose più fastidiose e irritanti a cui capita di dover assistere, un posto di primo piano occupa quella sorta di prassi in uso nella Corte di Costituzionale quando si sceglie il presidente. Così si ha la netta sensazione che si diventi Presidente non per meriti ma per scatto d’anzianità, come atto dovuto.
Nato a Parigi nel 1899 fin dalla prima infanzia comincia, grazie all'amore materno per la musica, a prendere lezioni di pianoforte e a soli diciannove anni viene già riconosciuto come compositore di talento. Eclettico e poliedrico musicista, Francis Poulenc ha scritto oltre un centinaio di opere, ma pur amando il nostro Paese, in particolare Venezia, non sono molti gli studi specifici in italiano che lo riguardano. di Elena Lattes
‘E stata scarcerata per la sua buona condotta e perché la nostra religione ha misericordia nei confronti delle donne”. La lei in questione è la tristemente famosa Sakineh Mohammadi-Ashtiani, condannata nel 2006 alla lapidazione per adulterio, sotto il governo del presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad.
Il nuovo film di A.I. Iñarritu, “Revenant - Redivivo”, ispirandosi all’omonimo libro di Michael Punke, sta riscuotendo consensi di pubblico e di critica e, con ben 12 nomination agli Oscar, si avvia ad altri successi verso la “Notte delle Stelle”. di Giovanna D’Arbitrio
Con o senza il “colosso” Mondazzoli (che coprirà il 35-38% del mercato librario, assai meno di consimili europei), la desolazione dello scenario italiano dipende non tanto dalle concentrazioni degli editori ma più in generale dalla natura dei suoi protagonisti. A cominciare proprio dagli intellettuali che oggi si allarmano e si adunano attorno a Elisabetta Sgarbi che – al contrario di Calasso e della sua Adelphi, che sin da subito è uscito dall’accorpamento - ha deciso di dar vita a una nuova realtà imprenditoriale. di Luigi O. Rintallo
Dopo il secondo incontro con Renzi, in linea di massima giudicato positivo, il Movimento 5 Stelle ha deciso a sorpresa di interrompere il dialogo con il Pd in tema di riforme costituzionali ed elettorali. "E' finito il tempo degli incontri" ha affermato la delegazione parlamentare pentastellata, capitanata da Luigi Di Maio, sul blog di Beppe Grillo. Ma la inaspettata marcia indietro del M5S porta con sé diverse ambiguità. di Ermes Antonucci
Un tempo, chi entrava nell’Urbe dalla via Tiburtina si trovava dinanzi un’antica porta di pietra che aveva scolpite due teste di toro. Quella esterna, rivolta verso la campagna, era un lugubre teschio; l’altra, prospiciente la città, raffigurava invece un animale vivo. Le due teste simboleggiavano i viandanti che giungevano nella Città Eterna: affamati e stanchi nell’entrarvi, rifocillati e vigorosi nel lasciarla. di Gerardo Picardo