In occasione della Giornata nazionale dell’infanzia e dell’adolescenza – con data il 20 novembre – l’Unicef ha lanciato la campagna “Io come Tu - Tutti uguali davanti alla vita, tutti uguali di fronte alle leggi” con lo scopo di sensibilizzare e richiamare all’attenzione tutti i comuni italiani sull’uguaglianza dei diritti dei bambini di origine straniera (che vivono o sono nati in Italia), e di conferire loro la cittadinanza onoraria italiana.
Il Tribunale di Cagliari, in una sentenza che si può definire "storica", ha appena ordinato al laboratorio di citogenetica dell’ospedale Microcitemico di Cagliari di eseguire l’indagine diagnostica preimpianto o, all'occasione, di utilizzare allo scopo strutture esterne, a seguito della denuncia di una coppia ricorsa in giudizio nel 2011.
L'Irlanda è un paese cattolico e non consente a un donna di abortire. In alcuni casi, a causa di un'applicazione rigorosa della legge, si può anche morire. Come probabilmente è successo a Savita Halappanavar, irlandese di origini indiane, morta di setticemia dopo che i dottori le hanno negato un'interruzione di gravidanza alla 17esima settimana.
- Aborto in Italia, la legge 194 finisce nei tribunali europei
Mentre sulla Polizia di Stato si sono abbattuti tagli consistenti che si ripercuotono sulle esigenze più immediate e quotidiane delle nostre forze dell’ordine, restano in piedi squadre e consulenti sulla cui utilità non tutti sono d’accordo. Su questo tema i Radicali sono intervenuti, il 5 novembre, con un’interrogazione parlamentare: il senatore Marco Perduca si è rivolto ai Ministri dell’Interno, della Giustizia e del Lavoro e delle Politiche Sociali per sapere quanto costa il Dipartimento Anti-sette della Polizia di Stato, in relazione alle competenze accademiche dei suoi referenti e alla sua necessità in base alla casistica in cui il fenomeno delle “sette” incide sull’ordine pubblico. di Camillo Maffia
Dalla Procura della Repubblica al Consiglio d'Europa, la legge 194 sta tenendo banco davanti ai giudici di mezzo mondo. Negli ultimi mesi il motivo di questi continui ricorsi è sempre lo stesso: l'avvalersi sempre più frequente del diritto di obiezione di coscienza da parte dei medici ginecologi. Ultimo atto della vicenda è il ricorso presentato dall'International Planned Parenthood Federation (Ippf) European Network, organizzazione non governativa che si è rivolta al Comitato europeo per i diritti sociali per denunciare una situazione che non garantisce alle donne un diritto sancito dalle stessa legge 194.
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