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20/09/24 ore

EDITORIALI E COMMENTI

Macron presidente

Diciamo la verità: con la vittoria di Macron tutti i democratici (anche quelli presunti tali …) hanno tirato un sospiro di sollievo, anche perché la vittoria è stata netta e in misura superiore alle  previsioni (il distacco è della portata del 40% circa); e nei suoi due discorsi il neo presidente ha interpretato esattamente il senso dell'accaduto, specialmente il secondo, quello al Louvre, quando ha pronunciato con semplicità e senza iperboli parole di speranza, voglia dl futuro, fiducia, coraggio nell'affrontare la difficile situazione presente: terrorismo, forte immigrazione, perdita di posti di lavoro, ripiegamento introspettivo da affrontare e ha fatto appello alle tradizioni più alte della Francia per rivitalizzare la civiltà europea, la libertà europee cui Parigi ha dato nella storia un contributo essenziale. di Silvio Pergameno

Francia, il ballottaggio del sette maggio

Domenica prossima i francesi rischiano di andare al ballottaggio per l’elezione del Presidente della Repubblica dividendosi, tra l’altro, su un vero e proprio equivoco. La destra del Front National della famiglia Le Pen – con il nuovo alleato gollista Nicolas Dupont Aignan, leader di “Debout la France” - si presenta infatti come baluardo dell’identità francese, impersonata nella nazione francese, che l’avversario, Emmanuel Macron, vorrebbe invece – ad avviso dei nazionalisti -  dissolvere nel contesto europeo. di Silvio Pergameno

Un vaccino obbligatorio contro le cazzate di Beppe Grillo

C’è chi lo ha fatto notare: “come Trump, Grillo dice enormità poi quando capisce che gli si ritorcono contro dice che non le ha mai dette”. Accade così che, dopo l’intemerata del 'New York Times' sulle responsabilità di Grillo e il Movimento 5 Stelle a proposito di populismo, politica e morbillo, dal sacro blog è giunta la replica piccata. di Antonio Marulo

Cannabis, il boomerang dei soliti idioti

Alla Cannabis parade di Torino, il corteo in favore della liberalizzazione delle droghe leggere, è comparso un furgone sul quale erano stati collocati sul cofano dei fantocci con le sembianze di agenti di polizia. Una messa in scena sgradevole e al limite della pura idiozia, che dà un bel contributo a screditare una battaglia che invece muove da più di una ragione. di Luigi O. Rintallo

Cosa farà Macron?

La domanda è lecita, anche se occorrerà attendere il risultato del secondo turno delle presidenziali francesi per azzardare valutazioni  o meglio previsioni un po' più fondate; la domanda è lecita perché appare poco probabile l’ascesa di Marine Le Pen all’Eliseo, se non altro perché proprio la sua più recente “mossa”, l’aver rinunciato alla posizione di leader del Front National, l’essersi proposta con un appello a tutti gli elettori e l’aver richiamato subito de Gaulle, appare più che altro un gesto disperato. di Silvio Pergameno

La Francia è sempre la Francia

Dal primo turno delle presidenziali francesi sono emersi per il ballottaggio del 7 maggio Emmanuel Macron e Marine Le Pen, transfuga il primo da un Parti Socialiste nel quale era stato presente per poco tempo e solo ad alti livelli (consigliere economico del Presidente della Repubblica Hollande, Ministro dell’Economia) e con un (breve) passato da… banchiere di investimenti presso i Rothschild, e la leader del Front National, che ha riciclato da troppo manifeste simpatie di estrema destra, tendendo a rappresentare una destra largamente accettabile nel paese, con la difesa estrema della “nation”, un tasto cui i francesi sono  estremamente sensibili e che contiene rischi molto elevati. di Silvio Pergameno