Nel decalogo di Rocco Casalino per difendere il M5S dai giornalisti brutti e cattivi c'è scritto, fra l'altro: “...non abbiamo più bisogno di giornali e tv. Riusciamo ad arrivare a milioni di persone”. Eppure, l'operazione "Reddito di cittadinanza" dimostra esattamente il contrario.
“Non era un onda, era uno tsunami”, quello anti-europeista e sovranista, “non avevo capito”. Emma Bonino in conferenza stampa non ha potuto fare altro che “prendere atto della battuta d'arresto importante di un progetto giovane”. Tuttavia c'è “l'intenzione di non mollare”...
Per grandi linee tutto come previsto: sarà molto complicato formare un governo nella nuova Legislatura. Per chi sperava quanto meno in una tenuta delle forze cosiddette “responsabili” in vista di un "inciucio", è andata invece nel peggiore dei modi.
Nonostante gli appelli di Garanti nazionali, l’incredibile impegno di circa 10.000 detenuti che hanno effettuato uno sciopero della fame, che testimonia quanto l’impegno nonviolento di Marco Pannella ha profondamente segnato il loro agire; nonostante l’adesione convinta di giuristi e intellettuali, ma significativamente anche di magistrati (vedi Armando Spataro), l’iniziativa delle Camere penali di tutta Italia, di professori universitari e di centinaia e centinaia di cittadini, la riforma dell’ordinamento penitenziario non ha avuto la ratifica del parlamento.
Rita Bernardini: sulla mancata riforma dell'ordinamento penitenziario denuncia organismi internazionali (Agenzia Radicale Video)
Con uno dei suoi fluviali, corrosivi, sempre utilissimi interventi (“Il Foglio”, 24-25 febbraio”), Giovanni Ferrara ci serve sul piatto delle riflessioni un tema rovente quanto sfuggente, quello delle “élite” e del loro ruolo nella società d’oggi. Rovente da sempre, da quando almeno la sociologia degli inizi del secolo scorso ne fece, con Mosca o Pareto, le prime dissezioni, scettiche e preoccupanti; sfuggente perché, nella consapevolezza della loro attuale decadenza, tutti evitano di affrontare, con la determinazione necessaria, la spinosa questione. di Angiolo Bandinelli
Giuseppe (Peppe) Moesch è professore di Economia Applicata presso il Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche della Università degli Studi di Salerno – Fisciano. Alla sua attività accademica ha associato per molti anni la sua attività scientifica, di ricerca, istituzionale e di consulenza e attività professionale. Come esperto economico ha operato molto in molti Paesi africani (Nigeria, Kenya, Etiopia, Tanzania), oltre che, come economista, a numerosi progetti sull’intero territorio nazionale.
Politica e economia: l'assenza della cultura laica - Conversazione con Giuseppe Moesch (Agenzia Radicale Video)
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