Indubbiamente Matteo Salvini nel suo mestiere di politico populista è abile, forza la mano, azzarda e ottiene spesso i risultati voluti. In più è fortunato. Perché può contare sul contributo non richiesto di una folta schiera di benpensanti che gli offrono sul piatto d'argento argomenti validi per sostenere con profitto elettrorale i metodi discutibili da rude ministro degli Interni.
L'azione di blocco dei porti italiani alle navi che viaggiano cariche di disperati è in linea, piaccia o non, con quanto gridato di piazza in piazza dal leader della Lega e portano acqua al mulino di chi ha vinto facendo leva sulla sicurezza e sulla paura a buon mercato, costituendo anche una grande arma di distrazione di massa dalle altre problematiche sulle quali sarà molto più complicato mantenere un approccio coerente.
A pochi giorni dall'insediamento del nuovo governo è un tourbillon di proclami, come se si fosse ancora in campagna elettorale. Non poteva essere altrimenti. Per i fatti ci vuole tempo e non si possono pretende immediati miracoli, benché siano stati promessi oltre ogni ragionevole misura.
“92 minuti di applausi”, per dirla con Fantozzi, intervallati dalla rigorosa enunciazione delle buone intenzioni: ora più incisiva e convinta, quando si è trattato di manifestare, ahinoi, l'anima giustizialista e manettara del governo; ora ambigua ed equivoca, a proposito di Europa e migranti; ora fumosa e superficiale, nella parte dove non è chiaro il “chi paga”.... di Antonio Marulo
Aspettando i fatti, i primi giorni del “governo del cambiamento” sono stati – come prevedibile – l'occasione per prolungare la campagna elettorale, anche in vista della tornata amministrativa di domenica prossima. Il fronte bicefalo grillo-leghista si è così diviso i temi e le piazze, per ribadire i concetti ormai noti e cari ai rispettivi elettorati. Tuttavia, tra una propaganda e l'altra, sono emersi i primi segnali concreti di cambiamento, quello sì, rispetto alle favole raccontate.
Lo stato dell'arte di questa infinita e impazzita campagna elettorale, in cui tutto e il contrario di tutto viene detto e fatto, e la realtà è l'insieme contraddittorio di opinioni modificabili a gentile richiesta...
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