Un giudice nel Regno Unito ha ordinato a una britannica convertita all'Islam di togliere il velo quando dovrà testimoniare nel corso del suo processo per intimidazione.
“Enormi felicitazioni alle coppie che si sono scambiate oggi le fedi nuziali. L'uguaglianza nel matrimonio è arrivata finalmente in Nuova Zelanda”. Così Conrad Reyners, dell'associazione Campagna per l'uguaglianza nel matrimonio, ha salutato la celebrazione delle prime nozze omosessuali nel Paese dell'Asia Pacifica, il quattordicesimo al mondo ad avere autorizzato il “sì” tra persone dello stesso sesso.
124: sarebbe questo il numero dei manifestanti rimasti uccisi al Cairo durante lo sgombero da parte dell'esercito dei sit-in pro Morsi. Tra i morti ci sarebbero anche due reporter: il 59enne Mick Deane di Sky News e la 26enne Habiba Ahmed Abd Elaziz, di Xpress.
La Camera dei deputati dell'Uruguay ha approvato la legalizzazione della marijuana, provvedimento che dovrà ora essere ratificato dal Senato. 50 sono stati i voti favorevoli su 96, dopo 14 ore di dibattito e grazie ai voti del Frente Amplio (coalizione governativa di sinistra), che detiene la maggioranza anche in Senato.
Un tribunale russo ha respinto la richiesta di scarcerazione di Nadia Tolokonnikova, leader del gruppo ''Pussy Riot'', arrestata in seguito alla ''preghiera punk'' anti Putin, avvenuta lo scorso anno nella cattedrale ortodossa di Cristo Salvatore a Mosca.
La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 275 comma 3 del Codice di procedura penale, nella parte che prevede l’obbligatorietà della custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale di gruppo, anche se esistono gravi indizi di colpevolezza: occorre cioè valutare caso per caso e se possibile, applicare misure alternative secondo il criterio del “minore sacrificio necessario”.
Alexei Navalny è stato scarcerato in via provvisoria a condizione che non lasci Mosca, un giorno dopo essere stato condannato a cinque anni di carcere per appropriazione indebita.
Il tribunale penale internazionale di Dacca, in Bangladesh, ha condannato a morte per impiccagione Alì Ahsan Mohammad Mujahid, 65 anni, segretario del partito islamico Jamaat-e-islami nonché esponente politico autorevole dell’opposizione, per crimini contro l’umanità commessi durante la guerra di indipendenza dal Pakistan nel 1971.
Il Parlamento irlandese ha riaperto il dibattito ormai ventennale per consentire di far passare una legge che renderebbe legale l’aborto nel paese qualora la vita della donna fosse in pericolo.
Nel Pakistan è stata reintrodotta la pena di morte e ora 8000 detenuti che erano stati precedentemente condannati rischiano l’esecuzione.
Inna Shevchenko, una delle fondatrici del movimento Femen, ha ottenuto dalla Francia lo status di rifiugiata. La 23enne ucraina, che aveva presentato domanda di asilo politico per scongiurare il rischio di subire persecuzioni nella sua terra d'origine a causa della sua attività, era arrivata a Parigi lo scorso agosto con un visto turistico.