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18/05/24 ore

POLITICA

Fondamentale diritto al voto e astensione a offerta politica desolante. Conversazione Sisci / Rippa

La democrazia liberale vive poggiando la sua legittimazione sul diritto al voto. Non meno determinate, alla sostanziale realizzazione di una democrazia partecipata, sarebbe il diritto alla conoscenza… Ma questo nel nostro Paese non sembra decisamente realizzato, tutt’altro!

Insomma se il diritto al voto è un diritto, ci siamo trovati di fronte ad una rappresentazione di “dovere civico” con la modalità di una offerta politica palesemente segnata da un approccio desolante e connotato da un quadro complessivo che ha i caratteri di  una vera e propria democrazia fittizia…  Il punto resta se ci troviamo in un contesto di democrazia matura  o in quello di una democrazia truccata, con le conseguenze della paralisi che viviamo? Quello che segue è l’audiovideo di una conversazione tra Francesco Sisci, sinologo e giornalista e Giuseppe Rippa…

 

- Fondamentale diritto al voto e astensione a offerta politica desolante. Conversazione Sisci / Rippa (Agenzia Radicale Video)


RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

La matematica ci svela le nostre paure: il nuovo video di Taxi 1729

E’ stato lanciato oggi dall’emittente Orizzonti TV il nuovo accattivante video dei ragazzi di Taxi 1729 dal titolo “Rimorso e rimpianto. Come prendiamo le decisioni?”, nell’ambito di un progetto di alfabetizzazione finanziaria che cura anche una serie economica ad hoc. di Regina Picozzi

Il cosiddetto processo da remoto è un non-processo

La narcosi totalitaria della ragione, in cui molti sembrano essere pericolosamente caduti, impedisce di vedere con lucidità quel punto che pochi, almeno all’interno della magistratura, hanno colto alla perfezione: il cosiddetto processo “da remoto” è un non - processo. Si tratta di un’espressione che non utilizzo a caso, ma mutuo dalle calzanti parole di Papa Francesco sull’attuale liturgia virtuale: una Chiesa che non si faccia presenza viva e fisica tra le persone è una non - Chiesa. di Massimiliano Siddi

Omicidio Giorgiana Masi. Una nota di Paolo Brogi sul coinvolgimento di Angelo Izzo e Andrea Ghira

Scriveva la Repubblica il 18 maggio del 1997: “…a sparare a Giorgiana Masi nel 1977 fu Andrea Ghira, usando le armi in dotazione nel gruppo eversivo chiamato Drago”.  È Angelo Izzo, condannato all' ergastolo per l' omicidio del Circeo, che faceva parte dello stesso gruppo di Ghira e di Gianni Guido, detenuto nel carcere di Prato, a confermare il racconto, specificando che le armi trovate dalla polizia in Piazza Augusto Imperatore, tra cui una calibro 22 dalla quale fu sparato il colpo che uccise la Masi, erano le loro, e proprio la pistola era stata da lui rubata durante una rapina in casa dell'ingegner Marzano, a Roma... di Paolo Brogi

Cara Giorgiana...

Il 12 maggio è stato un anniversario funesto che pochi ricordano, o forse tanti ma con poco clamore: la morte di un’attivista, di una militante nella lotta per la conquista di diritti umani, Giorgiana Masi di anni diciannove. Oltre agli ideali, condividevamo l’età - poco più lei, poco meno io - e così mi è venuta voglia di scriverle in occasione dell’anniversario della sua prematura scomparsa, per dirle le cose che avrei voluto dire allora e per raccontarle del nostro presente, che era quel futuro che le è stato rubato. Una giovane vita che sognava un mondo migliore, non ha fatto del male a nessuno. Uccisa un giovedì di maggio… “crepare di maggio ci vuole tanto, troppo coraggio“… di Antonello Anzani

Fissando in volto il gelo – Poeti contro il Green Pass

Fissando in volto il gelo – Poeti contro il Green Passè un antologia di poesie a cura di Luca Bresciani, Ivan Crico, Paolo Gera, Mario Marchisio e Paolo Pera (Terra d’ulivi edizioni, 2023) che raccoglie un’ampia selezione di testi pubblicati sul blog “Fissando in volto il gelo – Poeti contro il Green Pass”, in un arco di tempo che va dal 30 novembre 2021 al 29 novembre 2022… di Giovanni Lauricella

Hiroo Onoda e il Cigno Nero: un punto di vista sulla realtà

Brutte notizie, un carnet in continuo aggiornamento. Alle svariate guerre in corso, alle repressioni seguite da rivolte popolari, alle catastrofi naturali che continuamente incombono sull’umanità, si è unito un altro, ennesimo disastro… di Antonello Anzani

Suicidio Occidentale, di Federico Rampini

Senz’altro lucido e scorrevole il nuovo libro di Federico Rampini “Suicidio Occidentale” che cerca di analizzare le cause dell’attuale crisi dell’Occidente… di Giovanna D’Arbitrio

L’assenza spettacolare. Manifestazione nazionale dei lavoratori dello spettacolo. Lettera aperta di Laura Sicignano, Teatro Stabile di Catania

Il 30 ottobre anche a Catania, come in gran parte d’Italia, i lavoratori dello spettacolo sono in piazza, nel rispetto della propria e dell’altrui sicurezza. Sono certa che in piazza si andrà non solo per protestare contro la chiusura dei Teatri, disposta dal recente Dpcm, come forse sinteticamente si dirà nei titoli di cronaca: nessuno di noi è inconsapevole di quanto severa possa diventare la situazione sanitaria (e qui si aprirebbe un discorso tutt’altro che incoerente, su quanto scelleratamente si è sottratto negli ultimi decenni alla sanità pubblica). di Laura Sicignano (Direttore Teatro Stabile di Catania)

Se il referendum non fosse confermativo ma deliberativo sarebbe ancora più illegittimo

Luigi Rintallo, riferendosi al mio articolo pubblicato su Agenzia Radicale del 17 agosto: “Ma questo referendum è legittimo?” pur riconoscendo che le distorsioni della legge elettorale hanno consentito ai partiti della maggioranza di ottenere più seggi di quelli ad essi spettanti in base ai voti ottenuti nelle elezioni politiche del 2018 e che pertanto la maggioranza che ha votato la legge per la riduzione dei parlamentari non corrisponde alla maggioranza degli italiani, giunge alla conclusione che il referendum sarebbe comunque “politicamente legittimo”. Anzi, aggiunge che proprio l’anomalia sopra evidenziata renderebbe a maggior ragione “necessario consultare il popolo” che avrebbe così la possibilità di confermare o respingere la legge, con ciò sostanzialmente sanando ogni vizio. di Raffaele Avallone

Riduzione dei parlametari. Ma questo referendum è legittimo?

Come è noto il parlamento ha approvato il disegno di legge per la riduzione del numero dei parlamentari. Trattandosi di legge di revisione della Costituzione, la stessa Carta, all’art. 138, prevede che essa debba essere approvata, con doppia lettura, dai due terzi dei parlamentari di ciascuna Camera. In caso di approvazione con maggioranza semplice, la stessa legge è sottoposta a referendum qualora entro tre mesi ne facciano domanda un quinto dei membri di una camera o cinquecentomila elettori, oppure cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum è approvata se ottiene la maggioranza dei voti validi dei cittadini. Ed è quello che sta avvenendo. di Raffaele Avallone

Archivio notizie di Agenzia Radicale

 

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