23 novembre 1980/23 novembre 2020: a quarant’anni dal tragico terremoto in Irpinia e in Basilicata, che provocò la morte di quasi 4mila persone, televisioni e giornali hanno ricordato questo che è stato la più drammatica catastrofe italiana del dopoguerra.
Le immagini di interi paesi distrutti, i volti smarriti e sconvolti dei sopravvissuti, la tenera commovente figura del presidente della Repubblica di allora Sandro Pertini, le sue parole di reale sofferenza, hanno rappresentato la parte più sincera e coinvolgente di quei terribili momenti…
- Maledetta Politica. 23 Novembre 1980: il solito parziale ricordo, a 40 anni dal terremoto (Agenzia Radicale Video)
Luigi Rintallo, riferendosi al mio articolo pubblicato su Agenzia Radicale del 17 agosto: “Ma questo referendum è legittimo?” pur riconoscendo che le distorsioni della legge elettorale hanno consentito ai partiti della maggioranza di ottenere più seggi di quelli ad essi spettanti in base ai voti ottenuti nelle elezioni politiche del 2018 e che pertanto la maggioranza che ha votato la legge per la riduzione dei parlamentari non corrisponde alla maggioranza degli italiani, giunge alla conclusione che il referendum sarebbe comunque “politicamente legittimo”. Anzi, aggiunge che proprio l’anomalia sopra evidenziata renderebbe a maggior ragione “necessario consultare il popolo” che avrebbe così la possibilità di confermare o respingere la legge, con ciò sostanzialmente sanando ogni vizio. di Raffaele Avallone
Ha rivolto un drammatico appello al ministro Boccia la bolzanina Michaela Biancofiore, deputata Fi e coordinatrice regionale del Trentino Alto Adige «e ovviamente al commissario del governo di Bolzano, affinché l’aberrante legge approvata ieri dal consiglio della Provincia di Bolzano, a maggioranza etnica Svp-destre, che abolisce il nome Alto Adige, venga immediatamente impugnata. Un atto gravissimo di abolizione della toponomastica, un attentato vero e proprio alla Costituzione. Lasciar passare un tale affronto al sistema Paese – aggiunge - sarebbe come accettare che una minoranza nazionale che assuma il controllo del governo nazionale, abolisca il termine Italia». di Enrico Rufi
Un tempo avremmo detto “è nato con la camicia”: magari verde, in onore della vecchia Lega secessonista; oppure nera, visto l'andazzo fascistoide di questi tempi nazional-sovranisti. La conferma di una certa fortuna mediatica di Matteo Salvini è arrivata una volta di più nel giorno in cui il ministro degli Interni è stato chiamato a fare la sua figura da “audace” cuor di leone sul caso Diciotti, provvidenzialmente offuscata da altri sopraggiunti eventi straordinari.
Quanto rischia davvero l'Italia con la politica economica del governo 5 Stelle-Lega? Al netto della propaganda, i numeri sono eloquenti. L'ultimo dato allarmante riguarda il rallentamento non previsto della crescita per il 2018, che rende ancora meno credibili i conti aggiornati all'ultima nota al Def. Pier Carlo Padoan, conoscendo le carte di un bilancio che ha maneggiato fino all'altro ieri, si è detto a più riprese molto preoccupato. E non è il solo. Il suo parere, c'è da dire, non è tra i più popolari di questi tempi, ma va comunque tenuto in conto, perché proviene da persona che per l'esperienza recente è tra le poche che può parlare con cognizione di causa....
- Manovra a rischio: il bivio elettorale (Agenzia Radicale Video)
Si era auto-dunciato all’indomani della morte di dj Fabo, avvenuta in una clinica Svizzera con la pratica del suicidio assistito, oggi è arrivata la richiesta di archiviazione della procura di Milano per Marco Cappato, indagato per aiuto al suicidio.
Presentato in anteprima mondiale alla 81ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, Maria, di Pablo Larraín. ripercorre gli ultimi anni di vita di Maria Callas (Angelina Jolie).Il film ha già ottenuto molti riconoscimenti: Golden Globe-Candidatura per la miglior attrice in un film drammatico ad Angelina Jolie. – Critics' Choice Awards-Candidatura per la migliore attrice a Angelina Jolie-Candidatura per i migliori costumi a Massimo Cantini Parrini… di Giovanna D’Arbitrio
Ascoltato in Commissione Giustizia sulla proposta, avanzata da Italia Viva e Lega, di istituire per il 17 giugno una “Giornata nazionale in memoria delle vittime di errori giudiziari”, il presidente dell’ANM – Giuseppe Santalucia – ha espresso la sua contrarietà. Secondo il magistrato, vi sarebbe “il pericolo di indurre sfiducia pubblica nel sistema giudiziario e dare un messaggio in controtendenza rispetto alle numerose giornate in memoria della legalità”. Al momento del voto, sull’iniziativa si sono opposti i 5Stelle mentre il PD si è astenuto, avvitandosi in una contorta serie di motivazioni per giustificare la sua scelta. Dapprima si è rammaricato che la Giornata non indicasse il nome di Tortora (arrestato appunto venerdì 17 giugno 1983), per poi avanzare una serie di obiezioni e distinguo circa il fatto che il caso Tortora fu poi sanato in Appello per cui non si configurerebbe come un vero “errore giudiziario”. Sofismi, che hanno suscitato la comprensibile reazione della figlia del presentatore tv – Gaia Tortora – che in un tweet ha scritto: “Il PD si è astenuto. E vi prego di leggere la “motivazione” sul caso Tortora. Fate pietà, davvero. E aggiungo che la sottoscritta ha chiesto appositamente che fosse una data simbolo sì, ma senza il nome”… di Luigi O. Rintallo
La nuova amministrazione Trump dichiara di non volere la guerra. Tuttavia, se l'Iran diventa più aggressivo e arriva al punto di raggiungere una bomba nucleare, come può l'amministrazione Trump perseguire una politica che non avrà bisogno di inviare truppe americane in Medio Oriente? La Repubblica islamica dell'Iran non rinuncirà al suo programma nucleare. In tal caso, Israele seguirà la sua dottrina di inizio, per non consentire a Teheran di ottenere la bomba atomica. Tuttavia, se Israele colpisce le capacità nucleari dell'Iran, il regime della Repubblica islamica sarà indebolito ma non crollerà e riprenderà le sue attività sovversive nella regione e nel mondo. Allora, cosa fare?… di Anna Mahjar-Barducci*
La presenza ebraica a Padova è testimoniata da documenti che risalgono al quattordicesimo secolo e che vennero raccolti da Antonio Ciscati nel 1901. Poco meno di un secolo dopo, il suo lavoro fu ripreso da Claudia De Benedetti che lo riorganizzò e lo sintetizzò in due volumi, rispettivamente nel 1998 e nel 2000. A distanza di ulteriori vent’anni alcuni studiosi sentirono l’esigenza di approfondire e aggiornare quelle ricerche, sicché nel 2022 nacque un comitato scientifico composto per lo più da storici e rabbini e coordinato dal professor Pier Cesare Ioly Zorattini, dal rav Adolfo Locci e dall’architetto Stefano Zaggia, che in occasione degli ottocento anni dalla fondazione dell’Ateneo patavino, organizzò il convegno “Gli ebrei a Padova tra tradizione religiosa ed emancipazione civile dall’età moderna all’età contemporanea” i cui contenuti sono poi stati pubblicati dalla casa editrice Giuntina con il titolo “Gli ebrei a Padova dal Medioevo ai giorni nostri”… di Elena Lattes