Derubricato dai media e dai commentatori come fatto scontato e marginale, offuscato dal successo dei 5 stelle a Roma e Torino, il vero caso (anti-politico) da studiare è quello di Luigi de Magistris, in quanto singolare ma ripetibile per certi aspetti altrove. Napoli, con i suoi eccessi e le sue bizzarrie, è infatti anticipatrice spesso di situazioni nazionali. Basti ricordare, tanto per fare un esempio, il caos immondizia, vissuto in tutto lo stivale con superficialità come la solita emergenza di quei puzzoni partenopei, quando era invece il bubbone evidente di un virus che aveva aggredito il paese. di Antonio Marulo
Jo Cox: il nome di una vittima del più assurdo, inconcepibile e inutile dei fanatismi. Che allora questo nome passi alla storia, alla storia dell’idea di Europa e della costruzione dell’Europa, un nome che dovrà essere iscritto su ogni strada di ogni capitale europea e su ogni sede di ogni istituzione europea, a perpetua vergogna di quanti coltivano la speranza di poter fermare un percorso ineluttabile oppure di poterne rallentare all’infinito il cammino. di Silvio Pergameno
Dopo il voto, frequentemente ci si domanda chi insegue chi: è la realtà virtuale allestita dai media a registrare le tendenze elettorali o sono queste ad esserne influenzate? Quanto gli elettori sono condizionati dai sondaggi che precedono la votazione e quanto se ne discostano? Nelle ultime elezioni comunali, questo dubbio materializza la sua consistenza specialmente nelle grandi città. di Luigi O. Rintallo
Il concetto di populismo è certamente il più discusso e il più controverso negli ultimi anni. Certamente l’emersione di nuove forme di soggetti politici “populisti” ha alimentato il dibattito attorno a questo concetto. Non intendo entrare nei particolari di questo dibattito. Desidero solo evidenziare un aspetto che ritengo interessante e che mi permette di presentare ciò che penso sull’argomento. di Zeno Gobetti
Sarà un mantra ossessivo, i comitati renziani per il SI lo ripeteranno ad ogni uscita in tv o altrove: la riforma costituzionale agevola l’azione e le decisioni del governo. Ma proprio ciò rivela la natura profondamente sbagliata di tale provvedimento. È come voler tagliare una bistecca con un cucchiaio: il cucchiaio non serve a questo, così come le costituzioni non servono a spianare la strada al governo. Al contrario, storicamente le costituzioni delle democrazie moderne nascono allo scopo evitare che chi governa possa essere “agevolato” nella sua azione. di Luigi O. Rintallo
Può certamente destare meraviglia questo “sì” al referendum di ottobre formulato dal filosofo veneziano in un’intervista sul referendum istituzionale condotta da Ezio Mauro e rilasciata a Repubblica di venerdì scorso (27 maggio); ma, a ben vedere, non dovrebbe. di Silvio Pergameno
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