Ed eccolo, a qualche giorno dalla sua elezione a Sindaco di Roma, il primo 'incidente diplomatico' di Ignazio Marino: avendo “preso già un impegno con la famiglia” il primo cittadino capitolino ha declinato l'invito a prendere parte al Gay Pride previsto per sabato 15.
Se c’è una cosa che lo scontro tra la senatrice Adele Gambaro e Beppe Grillo permette di comprendere – a parte l’aggravarsi della questione democratica interna al Movimento 5 Stelle – è quale sia il cuore pulsante dell’intero movimento, e cioè l’Emilia-Romagna.
I risultati positivi ottenuti nei ballottaggi dello scorso week-end hanno riportato un po’ di sereno all’interno del Partito Democratico. Le nubi, però, sono ancora all’orizzonte e per intravederle basta pronunciare una sola parola: congresso.
Roma ha un nuovo sindaco. Come nelle previsioni alla vigilia del ballottaggio, ha vinto il candidato di centro sinistra Ignazio Marino. Alcune testate giornalistiche molto autorevoli si sono lasciate andare a titoloni dai toni forse eccessivi. Il Corriere della Sera ha usato per esempio in prima pagina la parola “trionfo”, mentre l’articolo sottolineava che Marino è “sindaco record”, avendo vinto col 69,3%.
Grillo continua a perdere pezzi. A circa un mese dall’espulsione di Marino Mastrangeli, i due deputati stellati Alessandro Furnari e Vincenza Labriola hanno ufficializzato la loro uscita dal Movimento 5 Stelle e il passaggio al gruppo misto della Camera.
A circa due mesi e mezzo dalla sua formazione, la giunta del neogovernatore del Lazio Nicola Zingaretti sta conquistando gli onori della cronaca più per le vicende giudiziarie che per quelle politiche. A lasciare perplessi, però, è soprattutto l’ambiguità con cui lo stesso Zingaretti sta affrontando queste grane legali.
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