“Casaleggio come sempre ci ha confermato che il ruolo dello staff è quello di dare un indirizzo politico che i nuovi eletti avranno la responsabilità di trasformare in decisioni e iniziative”. Queste parole, pronunciate una settimana fa da Alessio Tacconi, neoeletto del Movimento 5 Stelle nella circoscrizione estera europea, stanno generando non poche polemiche all’interno dell’ambiente grillino.
Una delle notizie che ha avuto maggior risalto negli ultimi giorni arriva da Parma: Iren, la società multiutility che gestisce il nuovo inceneritore di Uguzzolo, ha comunicato il via libera agli impianti che presumibilmente andranno a regime entro due/tre di mesi.
Secondo quanto riportato oggi da La Stampa, su vari media online americani legati alla comunità ebraica starebbe scattando l’allarme per le posizioni di Beppe Grillo e il suo Movimento 5 Stelle, ritenute anti-israeliane e in certi casi antisemite. Il sito conservatore American Thinker, riprendendo un’intervista che l’ex comico rilasciò nel giugno dell’anno scorso al giornale Yedioth Ahronoth, ha addirittura paragonato il risultato ottenuto da Grillo a quello di Mussolini nel 1922.
24 febbraio. Luigi de Magistris ha una visione e decide di condividerla con i suoi seguaci così twittando: “Da visionario penso che la fase più avanzata della democrazia sia l'anarchia, sogno comunità che si autogestiscano senza poteri, solo amore!”. È la domenica elettorale e forse il sindaco di Napoli guarda già lì, dove spira forte il vento da tsunami, fiutando il fallimento della sua Rivoluzione Civile.
Vince il caos. Come molti temevano, il voto ci consegna una situazione difficile da gestire. Al Senato nessuno ottiene la maggioranza assoluta dei seggi. Alla Camera, come previsto, anche se con un distacco risicatissimo, la maggioranza va al centrosinistra. Su tutti, ovviamente, spicca in entrambe le Camere lo tsunami di Beppe Grillo e del suo Movimento. Bocciatura sostanziale, invece, per Monti. Fallimento totale per Ingroia, che non passa il quorum.
Nel disperato tentativo di evitare il ribaltone, a 72 ore dal voto il Partito Democratico cerca di compattarsi e di sfruttare tutte le armi a propria disposizione. Tre giorni fa è toccato all’ex premier Romano Prodi salire sul palco al fianco di Pierluigi Bersani in piazza Duomo a Milano, per invitare tutti a “votare uniti” e per assicurare che “il centrosinistra ha imparato la lezione e stavolta resterà unito”.
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