La commissione di esperti, che ha lavorato in questi mesi per discutere sulla riforma della Costituzione, ha presentato il proprio lavoro conclusivo da alcuni giorni. L’impianto di discussione elaborato dal Ministro per le riforme Quagliarello ha posto una serie di domande agli esperti. Per quanto riguarda il tema della forma di Governo, il primo punto in discussione riguarda una scelta di fondo tra le due tradizioni principali di forme di governo presenti nella storia delle istituzioni occidentali. di Zeno Gobetti
"Senza dubbio la necessità di una amnistia si impone, per affrontare il problema del sovraffollamento nelle carceri e anche per superare le condizioni ambientali spesso insostenibili." A parlare è il Mons. Domenico Pompili, sottosegretario e portavoce della Conferenza episcopale italiana, intervistato ieri nel corso della trasmissione Radio Carcere di Radio Radicale.
La polemica di Zagrebelsky sulla vicenda della trattativa stato-mafia che ha investito il presidente della Repubblica e la piccata risposta di Scalfari infiammano lo scontro ormai a visto aperto tra le diverse anime di Repubblica.
Una delle armi della politica più potenti, altamente morali e, talora sinistramente, divertenti sta nella trasparenza, arma tipica, per di più, della vera democrazia: un contropotere micidiale soprattutto per la sua capacità di ridicolizzare le pomposità sussiegose di chi conta poco ma tiene molto a un posticino nell’empireo dei grandi. di Silvio Pergameno
L'Italia è il Paese che spende meno per la protezione sociale delle persone con disabilità, rispetto agli altri membri dell’Unione europea, e quello in cui permane un sistema assistenzialistico incentrato sulla delega alle famiglie (troppo spesso abbandonate dalle istituzioni), che non offre servizi e strutture adeguati, non valorizza loro potenzialità e non favorisce l’inserimento lavorativo e l’inclusione scolastica.
Alla vigilia meeting di Comunione e Liberazione – quest’anno quanto mai interessante dopo la bufera formigoniana – il settimanale 'Tempi' anticipa online i contenuti di un’intervista che il direttore Luigi Amiconi ha strappato al Presidente del Consiglio, nella quale tutti i temi più scottanti dell’agenda politica sono stati toccati. Fra questi non poteva mancare la Giustizia, vero cancro del sistema-paese, ripetutamente oggetto delle denunce radicali.
Politologi del livello di Piero Ostellino, intellettuali come Ernesto Galli della Loggia, nel denunciare entrambi, sul Corriere della Sera, i mali dai quali l’Italia è oggi dilaniata - o giornalisti come Salvatore Merlo che sul Foglio si sofferma in un’ampia riflessione sulla figura di Mario Montie sulla vicenda di Scelta Civica - finiscono tutti per incorrere in un errore di fondo, che questa Agenzia ha puntualmente denunciato nei giorni scorsi: offrono ampie considerazioni sullo stato di decadenza nel quale l’Italia oggi versa, ma senza alcun approfondimento di carattere storico sulla vicenda del nostro paese, senza cercare di comprendere come mai un percorso liberale in Italia è sempre stato accuratamente evitato dalle classi dirigenti ovvero apertamente combattuto. di Silvio Pergameno
Facce imperturbabili, corpi irrigiditi, rapidi, bocche chiuse. Così appaiono gli uomini di piazza Tahrir mentre circondano e molestano Sonia Dridi, giornalista dell'emittente France 24. E' sera, si è in diretta tv. Un nugolo di maschi egiziani spintona, tocca, slaccia bottoni, denuda. Poi l'intervento tempestivo di un amico reporter, Ashraf Khalil, la porta di metallo di in un fast food a separarli dalla folla che non demorde, la fuga in macchina.
Italo Bocchino: cognome impegnativo, il suo; portato però con disinvoltura e senza imbarazzi. Diventa noto ai più dall’inizio della stagione antiberlusconiana di Gianfranco Fini, quando salta da un talk show politico all’altro per prendere posizione in nome e per conto della fronda finiana del Pdl, poi diventata Futuro e libertà. I suoi eccessi di fedeltà non poche volte mettono in difficoltà il capo, creando malumori anche fra quei futuristi intenzionati a salvare il salvabile dell’alleanza con il Cavaliere.
Se inanelliamo fatti, circostanze e interventi di quest’ultima settimana politica, è possibile ricavare una conclusione che porta inevitabilmente alla considerazione che è in atto un processo teso a pregiudicare in via definitiva la tenuta democratica del Paese. di Luigi O. Rintallo
L’Uruguay depenalizza l’aborto. La legge, all’interno della quale si contempla il principio della libertà da parte della donna di scegliere d’interrompere la gravidanza, è stata approvata dal senato locale con 17 voti a favore e 14 contro e necessita ora di essere accettata in via definitiva dal presidente José Mujica che ha già dichiarato di non aver intenzione di porre il veto alla riforma.