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21/11/24 ore

ECONOMIA

I conti di Renzi e Padoan non tornano

Sarà forse colpa del maltempo di questa estate anomala, sta di fatto che fosche nubi si addensano in queste ore sul futuro delle riforme annunciate dal governo di Matteo Renzi. A preoccupare sono soprattutto i dati relativi alla (inesistente) ripresa economica del Paese. di Ermes Antonucci

Cooperazione internazionale per lo sviluppo, la riforma vede il traguardo

Nei giorni scorsi la riforma della “Disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo” è stata approvata in Assemblea, alla Camera, ed è pronta per essere riesaminata al Senato. Così, dopo aver atteso tanto una revisione della legge n. 49/1987, salvo imprevisti, manca una manciata di settimane per il sì definitivo del Parlamento alla nuova normativa. di Francesca Pisano

Il disegno di riforma del Terzo settore

Il 10 luglio scorso il Governo ha varato il disegno di legge delega dal titolo: “Riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale”. Solo due mesi fa erano state anticipate dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi le linee guida della riforma e, contestualmente, sono stati coinvolti i cittadini attraverso una consultazione online, affinché potessero apportare il loro contributo attraverso proposte e suggerimenti. di Francesca Pisano

Alitalia-Etihad, vedere cammello pagare moneta

I salvatori esteri della patria hanno infatti posto condizioni capestro per il loro ingresso, chiedendo di depurare la compagnia da tutte le incrostazioni, vale a dire dai debiti e da fardelli di vario tipo. Non è la prima volta che accade. Anche nel precedente “salvataggio” i "capitani coraggiosi" strapparono a loro favore una bad company ad hoc, dove furono caricati i rifiuti da smaltire a spese del contribuente, mentre con la parte cosiddetta buona si costituiva il nuovo vettore con operazioni discutibili che hanno poi portato al fallimento. di Antonio Marulo

L'economia di Renzi e Padoan, altro che previsioni prudenti di crescita ...

Nel primo trimestre dell’anno il Pil italiano è tornato a scendere, dello 0,1%, dopo il leggerissimo balzo del +0,1% registrato a fine 2013. I buoni propositi dell’anno nuovo hanno già conosciuto una brusca smentita, così come le previsioni fatte da Matteo Renzi e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Previsioni che avrebbero dovuto segnare il ritorno ad una politica credibile, realistica e responsabile, ma che invece stanno gettando in un imbarazzo sempre più profondo l’esecutivo. di Ermes Antonucci

La precarietà del Jobs Act

Le norme sul lavoro presentate da Matteo Renzi con il reclamizzato Jobs Act continuano a far discutere, soprattutto in ottica di occupazione giovanile e precarietà. Le modifiche previste, infatti, per i contratti a tempo determinato e l’apprendistato lasciano non pochi dubbi circa la loro capacità di rilanciare il mercato del lavoro e, con esso, la crescita economica del Paese. di Ermes Antonucci

Crescita, Visco trascura la zavorra bancocentrica

Premessa: le cosiddette parti sociali (Triplice sindacale e Confindustria in primis) sono state tra le principali co-responsabili della formazione dei mali che affliggono il sistema-paese così com’è oggi; altresì, non è un mistero che le stesse restino uno degli ostacoli (chissà quanto insormontabile) alle riforme di cui necessita l’Italia, in qualità di fieri rappresentanti di quel blocco conservatore che si maschera di falso riformismo. di Antonio Marulo

Il piano senza soldi di Matteo Renzi

“E io pago, finalmente”. Così recitava, nell’annunciare lo sblocco dei pagamenti della P.a., una delle slide proiettate ieri da Matteo Renzi durante la conferenza stampa sul pacchetto di provvedimenti economici adottato dal governo. Sciorinando la lunga e ricca lista della spesa, però, il premier ha dimenticato di rispondere ad una semplice domanda: con quali soldi? di Ermes Antonucci

Shale gas, lo sceicco Obama

Dopo aver strappato alla Russia il primato sulla produzione di gas, gli Stati Uniti si apprestano a diventare, entro il 2020, anche il maggior produttore di petrolio al mondo, superando l’Arabia Saudita. di Ermes Antonucci

Bce, i paletti tedeschi al piano Draghi

Chi fa gli interessi di chi? La domanda aleggia su tutti i fronti della dis-Unione Europea alla prese con la crisi d’identità più acuta dalla sua fondazione. Si procede in ordine sparso e sempre più in conflitto, con gli attori più importanti che cercano di giocare la partita privilegiando il particulare a discapito del generale. di Antonio Marulo

Frau, Montezemolo cede la Poltrona con Charme

Si può essere attaccati quanto si vuole alla poltrona, arriva prima o poi il momento di lasciarla. È successo al campione del Made in Italy Luca Cordero di Montezemolo che cede la maggioranza delle quote del marchio Frau al gruppo americano Haworth, incassando un corrispettivo di circa 213 milioni di euro. di Antonio Marulo

S&P, Moody's e Fitch: la Corte dei Conti chiede un patrimonio

Sarà la nostra Corte dei conti a mettere a posto i sultani della finanza mondiale, quelle agenzie di rating che, facendo le scarpe alle multinazionali, ai fondi di investimento, alle banche private, pubbliche e alle stesse banche centrali degli stati di tutto il mondo, fanno il buono e il cattivo tempo in tutta l’economia globalizzata? di Silvio Pergameno

Cooperazione, luci e ombre del progetto di riforma

Dopo 27 anni il mondo della cooperazione italiana vede più concreta la possibilità di un intervento legislativo tanto atteso in materia. Lo scorso 24 gennaio il Consiglio dei ministri ha infatti approvato un ddl di riforma della legge 49 del 1987. Il testo del disegno di legge, presentato dal viceministro degli esteri Pistelli come la “scrittura di una nuova legge, più che una riforma”, si presta a numerosi commenti e interessanti risultano soprattutto quelli che provengono dagli operatori del settore come associazioni, organizzazioni non governative e volontari. di Francesca Pisano

Electrolux, un caso di ordinaria non competitività

Si stima che un pezzo prodotto all'Electrolux di Porcia, in provincia di Pordenone, abbia un costo maggiore di 30 euro circa rispetto allo stesso fabbricato in Polonia. Da qui il rischio che parte della produzione venga trasferita altrove, a meno che non ci si adegui. Come? Razionalizzando la produzione e tagliando gli occupati e il costo del lavoro. di Antonio Marulo

Fiat, l'Italia non è più un dovere

Il colpo grosso della Fiat su Chrysler, con tutto ciò che ne conseguirà, al di là della soddisfazione di stampo nazionalistico, non cambia i termini della questione: sono finiti i tempi in cui “ciò che va bene alla Fiat va bene all’Italia”, così come si spera sia finito quel brutto vizio, di cui tanto hanno beneficiato gli Agnelli in passato, di socializzare le perdite e privatizzare i profitti. di Antonio Marulo