Lo scorso 4 novembre, il Primo Ministro libanese Saad Hariri ha rassegnato a sorpresa le sue dimissioni, scuotendo profondamente i già fragili equilibri del Paese. Il suo passo indietro porta verso una nuova paralisi l’Esecutivo, formato appena un anno fa, e il Parlamento, che negli ultimi mesi era riuscito a riprendere le sue attività e ad approvare, dopo difficili contrattazioni, una nuova legge elettorale attesa da anni, che ha di fatto spianato la strada verso nuove elezioni politiche, previste per maggio 2018. di Lorenzo Marinone (da Ce.S.I. - Centro Studi Internazionali)
Il 24 ottobre il Supremo tribunale federale (Stf), Corte Suprema brasiliana, deciderà sull’estradizione di Cesare Battisti. L’ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac), condannato all’ergastolo in Italia per quattro omicidi, latitante prima in Francia e poi in Brasile, e che la stampa verde-oro si ostina a definire, vergognosamente, come un “ex attivista italiano”. di Carlo Cauti (da Affari Internazionali)
Finalmente ora, a cose fatte, si avverte quale significato politico può avere l’esito del voto di ieri in Lombardia e in Veneto, e come sia stato sottovalutato negli ambienti anche più avvertiti della politica italiana, a cominciare dal Pd. di Biagio de Giovanni (da ilmattino.it)
Nel 1989 i radicali avevano già scoperto internet, con Agorà telematica, e nel 2000 avevano usato la Rete per eleggere il Comitato nazionale. Era troppo presto, imperdonabilmente presto; così, quando la stazione fu pronta, a prendere a bordo i passeggeri furono un comico cialtrone che fino a pochi anni prima andava spaccando i computer sul palco e un imprenditore mitomane capace al massimo di organizzare plebisciti elettronici truffaldini...Verso la fine degli anni Ottanta, Pannella ha un’altra prodigiosa intuizione: lo Stato-nazione ottocentesco, pensa, non è più il contenitore delle scelte politiche cruciali; per governare il mondo che verrà servono partiti transnazionali... di Guido Vitiello (da 24ilmagazine)
A tre settimane dal referendum consultivo per l'indipendenza del Kurdistan iracheno del 25 settembre, fortemente voluto dal Presidente curdo Masoud Barzani nonostante l'opposizione delle autorità centrali e gli appelli di larga parte della Comunità Internazionale, il dialogo tra Governo regionale del Kurdistan (KRG) e Baghdad si è bruscamente interrotto per lasciare spazio al confronto militare. di Lorenzo Marinone (da Centro Studi Internazionale)
Il sistema canadese non solo prevede che i pazienti possano coltivare un numero limitato di piante, ma anche che, nel caso siano impossibilitati a farlo a causa della loro patologia, possano designare una persona che le coltivi al posto loro.
La decisione statunitense di lasciare, entro il 31 dicembre, l’Unesco (che non finanziavano più già dal 2011), a causa della sua comprovata ostilità allo Stato di Israele, non è manifestamente impropria e sarà utile, si spera, a puntare un riflettore sull’inesorabile deriva presa negli ultimi decenni dall’agenzia culturale delle Nazioni Unite. di Paolo Mieli (dal Corriere della Sera)
Nel M5S la famiglia è molto importante. Famiglia naturale e famiglia politica, s’intende. Perché è ormai una costante quella di ritrovare nelle liste dei candidati parenti o amici di attivismo diventati nel frattempo assistenti o portaborse. (da lastampa.it)
Ci sono evidenti somiglianze tra la Polonia del governo guidato da Beata Szydło e l’Ungheria di Viktor Orbán. Gli esecutivi di entrambi i Paesi hanno dato luogo ad una politica che per molti versi ignora lo stato di diritto. di Massimo Congiu (da Affari Internazionali)
Torino? Manca “di una chiara visione sul futuro della città”. Di questo se ne stanno convincendo “i leader delle categorie più importanti del mondo produttivo, professionale, commerciale, culturale torinese...”. L'azzardo di una scelta a 5 Stelle non sta dando i frutti sperati. Anzi, sembra il viatico più rapido verso un “declino silenzioso” di cui scrive Luigi La Spina su 'La Stampa', in un articolo che proponiamo nella nostra rassegna.
Nella notte tra il 6 e il 7 settembre Israele ha condotto un nuovo strike aereo in Siria. L’attacco ha colpito un complesso vicino a Masyaf, città a metà strada fra Hama e Tartus, non lontana dal confine con il Libano. La struttura ospitava il Centro per la ricerca scientifica di al-Tala’i, organismo legato allo sviluppo di tecnologie missilistiche avanzate e alla produzione di componenti chimici. Inoltre, il raid israeliano ha distrutto una vicina base militare adibita allo stoccaggio di diversi sistemi d’arma, tra cui missili terra-terra a corto raggio. di Lorenzo Marinone (da Centro Studi Internazionali)