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25/04/24 ore

RASSEGNA WEB

Le parole a vanvera di Alessandro Di Battista

In una stagione di parole a vanvera, inaugurata dai nostri politici ben prima del 4 marzo, non ci sarebbe neppure da meravigliarsi. Tuttavia l’ultima sortita di Alessandro Di Battista (non ce ne voglia per la qualifica di «politico» mentre starà facendo lo zaino per inseguire in Guatemala il Guevara che freme in lui) riesce ancora a colpire.... di Goffredo Buccini (da corriere.it)

de Magistris, la rivoluzione a due piazze

Sembra il capolavoro alla rovescia di un sindaco. Spaccare la comunità che governa. È quel che succederà il 14 aprile, quando si confronteranno idealmente due piazze di napoletani. di Paolo Macry (da ilmattino.it)

Democrazie liberali, la grande crisi

Siamo giustamente preoccupati per i fatti di casa nostra, incertezze sul governo, confusione nel dibattito pubblico con vincitori delle elezioni che non hanno vinto, ma che dichiarano di aver vinto, con le conseguenze che si possono immaginare. Tra le quali vedo la possibilità, assai concreta, di aprire un pericoloso vaso di Pandora da cui può fuoriuscire l’incomprensione e la delusione di tanti elettori i quali, se il loro capo non diventa premier, si convinceranno che è stato commesso un’attentato alla democrazia, giacché si lascia immaginare che il 4 marzo si sia eletto un governo e che non riconoscerlo sarebbe un vero atto eversivo. di Biagio de Giovanni (da Il Mattino)

Contraccezione di emergenza, più pillole meno aborti

Nel quarantennale della legge sull'aborto, in vigore dal 22 maggio del 1978, in Italia i dati raccontano di un grande cambiamento in corso. (da repubblica.it)

Postelezioni. Urge “lotta di idee”. Parla il filosofo Biagio de Giovanni

I giorni di incertezza pre-consultazioni, la nomina dei capigruppo, i populismi a confronto, le cosiddette “aperture di credito” di Matteo Salvini al M5s e i non-populismi attoniti che non sanno da che parte andare. C’è una mappa possibile? Il filosofo Biagio de Giovanni, professore emerito di Filosofia politica all’Orientale di Napoli, ex europarlamentare ed esponente del Pci-Pds-Ds (poi Pd), dice che, “al di là delle dichiarazioni d’intenti”, l’unione dei due populismi Lega-M5s non gli pare “cosa effettiva”: “L’orizzonte è indecifrabile. Intanto c’è la questione Berlusconi: non  è così scontato che si approfondisca la guerra interna al centrodestra e si è visto che la presenza di Berlusconi è un problema in sé per i Cinque stelle. di Marianna Rizzini (da Il Foglio)

I due mezzi vincitori e il peso degli sconfitti

Il gioco politico corre veloce e confuso, nella Terza Repubblica. Con il rischio che l'opinione pubblica venga investita da una gragnuola di retroscena e previsioni che assomigliano piuttosto a malcelati desideri. Venerdì sera, dopo lo «scherzetto» di Salvini, s'è detto e giurato che il centrodestra era morto, che l'alleanza M5S-Lega era cosa fatta, che un governo Di Maio-Salvini diventava pressoché inevitabile. di Paolo Macry (da Il Mattino)

Dell’Utri, il carcere e il papà di Silone

Un gruppo di parlamentari di Forza Italia ha costituito un comitato per la liberazione di Marcello Dell’Utri, condannato a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Dell’Utri, dicono, è allo stremo per un cancro e altre malattie. di Mattia Feltri (da lastampa.it)

M5S: silenzio, il nemico-giornalista ci ascolta!

Sono tanti, buona parte alle prime armi e per lo più sconosciuti anche a chi ha consentito loro di vincere la lotteria dell'anti-politica ai tempi di Rousseau. Ora, però, viene il difficile per lo staff: bisogna gestire e controllare al meglio i rapporti con l'esterno, per scongiurare che accada, moltiplicato per mille, quanto già visto in parte nella precedente legislatura.

La padella leghista la brace Movimento 5 Stelle

La filosofa Roberta De Monticelli ha scritto per Il Fatto di Travaglio un articolo per dire che «il centrosinistra deve ascoltare l’anima civile del Movimento che ha vinto: solo così può aiutare il Paese a disarmare le pulsioni incivili». Il titolo è ancora più esplicito: “Un governo con i 5Stelle per fermare la rovina leghista”. di Emanuele Macaluso (da Il Dubbio)

Talk show: così il populismo ha vinto grazie alla tv

Aldo Grasso, il critico televisivo e di costume del Corriere della sera, ha scritto sul ruolo che i talk show hanno avuto in questa ultima tornata elettorale. Secondo il professore della Cattolica di Milano i programmi di politica, che in questi anni hanno perso molti consensi, avrebbero favorito principalmente il Pd e Forza Italia, mentre l’assenza dalla tv avrebbe avvantaggiato i Cinque stelle. di Angela Azzaro (da Il Dubbio)

A garanzia del garantito: il M5S conquista i dipendenti pubblici

In un Paese vissuto di reddito politico, di assistenzialismo e di certezze granitiche per una gran bella fetta della popolazione, è forse scontato che il timore di perdere le garanzie e/o qualche privilegio abbia spinto buona parte del pubblico impiego a guardare altrove per trovare conforto in un futuro pieno di incognite.