Fang Fang, pseudonimo di Wang Fang, poetessa e autrice televisiva cinese, ha pubblicato un blog, sul sito in lingua cinese di Caixin (una delle fonti indipendenti e più autorevoli all’interno della Cina sulla questione del coronavirus), così come scrive la newsletter del PRNTT, in cui attacca “l’arroganza” dei principali funzionari governativi nella città centrale di Wuhan, dopo il loro annuncio di organizzare una cosiddetta “educazione alla gratitudine” per assicurare che i residenti locali ringrazino adeguatamente il Partito comunista per il controllo dell’epidemia del coronavirus che, secondo i dati ufficiali, finora ha ucciso quasi 2.500 persone nella città. L’articolo di Fang sostiene che piuttosto di sollecitare le lodi dai cittadini, i funzionari cinesi dovrebbero ringraziare gli operatori sanitari del paese, i pazienti malati e le famiglie in lutto per il loro sacrificio, la loro moderazione e cooperazione in mezzo a una grave tragedia umana. di Fang Fang (da Caixin)
La decisione del Pd di approvare l’emendamento soppressivo della proposta di legge Costa sulla prescrizione, cioè di lasciare le cose come stanno allineandosi al giustizialismo grillino, ci induce a due considerazioni, l’una giuridica e l’altra politica: ed entrambe sono considerazioni amare. Sotto il profilo giuridico, la nuova legge sulla prescrizione è una mostruosità indegna di un paese civile. Prima di tutto è di dubbia costituzionalità, perché allungando i tempi dei giudizi confligge con il principio della loro durata ragionevole. In secondo luogo è afflittiva per le vittime, che vedranno i risarcimenti rinviati di anni e forse di decenni, al momento della sentenza definitiva. E infine è disonorevole per lo stesso governo, che aveva solennemente promesso di introdurla unitamente alla riforma diretta a rendere i processi più rapidi… di Carlo Nordio (da Il Mattino)
Da anni l’Italia è in attesa di qualcosa di nuovo. Sono anni che aspettiamo qualcuno — un uomo, una donna, un’idea, un partito, un movimento, un governo — in grado di interrompere la girandola del nulla che è diventata la nostra vita politica e di resuscitare lo Stato in via di decomposizione nel quale ci tocca vivere. Qualcuno che sia capace di decidere, di cambiare, di controllare, di sanzionare. Non con il manganello e l’olio di ricino, naturalmente: bensì con gli strumenti di una democrazia governante, che non ci siamo mai curati di apprestare, o che abbiamo lasciato andare in malora, o di cui ci siamo stupidamente spogliati. di Ernesto Galli della Loggia (da Corriere della Sera)
L’altro giorno, alla presentazione del “Bilancio di responsabilità sociale 2018 degli uffici giudiziari milanesi”, il capo della Procura della Repubblica di Milano, Francesco Greco, ha detto che il suo ufficio è impegnato a combattere il “circolo vizioso” determinato dalla corruzione internazionale, una pratica “che ha sostenuto regimi corrotti e dittatoriali”e “che incide direttamente o indirettamente sulla popolazione dei Paesi coinvolti”. di Iuri Maria Prado (da Il Dubbio)
Non è la prima volta che un governo di coalizione boccheggia davanti agli scogli della legge di bilancio, come insegna la storia della Prima e un po’ anche della cosiddetta Seconda Repubblica. E non è la prima volta che le settimane di fine anno si annunciano tormentate, quando il testo del faticoso compromesso (ieri sera in alto mare) arriverà in Parlamento. Tuttavia è la prima volta che un esecutivo appena nato — meno di due mesi fa — risulta essere così sfilacciato, privo di qualsiasi collante politico, non diciamo di un’idea condivisa del futuro. di Stefano Folli (da La Repubblica)
Oggi mi chiedevo – per l’ennesima volta – come mai, sempre più spesso, il peggio della comunicazione social trovi ospitalità sui grandi siti web editoriali. I quali, anche per questa ragione, sono ormai diventati un ricettacolo di pettegolezzi e notizie irrilevanti aggiornato 24 ore al giorno. di Massimo Mantellini (da ilpost.it)
Quando, nell'omonimo racconto di Voltaire, il padre della principessa di Babilonia si rivolge all'Oracolo per conoscere il suo futuro, l'Oracolo risponde: «mélange de tout», «vita e morte, infedeltà e costanza, perdita e guadagno, felicità e disgrazie». È più o meno quello che leggiamo nei nostri oroscopi e, cosa assai più grave, nella bozza programmatica del nuovo governo. di Carlo Nordio (da Il Mattino)
Davanti all’ultimo delirio di Beppe Grillo, cosa avrebbe fatto un genovese di una volta? Avrebbe telefonato a una Croce Bianca, Verde, Azzurra che offrono assistenza e ambulanza da vari punti della Riviera che circonda Sant’Ilario. E avrebbero chiesto ai portantini di chiuderlo in luogo sicuro. di Marco Benedetto (da Blitz quotidiano)
«Quanto sta accadendo ad Hong Kong è parte di un conflitto molto più ampio tra democrazia e chi nega di fatto lo stato di diritto ovvero Pechino». A dirlo è Clyde Prestowitz fondatore del Economic Strategy Institute e super consigliere del segretario al Commercio durante l’amministrazione di Ronald Reagan. intervista di Francesco Semprini (da La Stampa)
Quando, lo scorso gennaio, fu modificata la disciplina della prescrizione, il Governo promise che il suo effetto sarebbe stato differito all’inizio del 2020, unitamente alla più generale riforma della Giustizia e del processo penale. Questo perché la sospensione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, lungi dall’abbreviare la durata dei giudizi, ne avrebbe allungato a dismisura la pendenza, con grave danno soprattutto delle vittime in attesa di risarcimento: cosicché, con un processo più rapido, il problema si sarebbe risolto da sé. Ora il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha messo, per così dire, le carte in tavola, e tutti si sono accorti che anche se non sono carte truccate, sono quantomeno scombinate. di Carlo Nordio (da Il Messaggero)
Perché solo i verdi italiani, a differenza dei colleghi europei, non hanno registrato un successo alle elezioni europee nonostante il loro messaggio elettorale abbia coinciso con quattro mesi di piazze colme degli studenti dei Fridays for future e, soprattutto, con la loro celebrazione mediatica? Gran parte degli osservatori intervenuti sul quotidiano La Repubblica convergono su un giudizio critico sui verdi italiani che sarebbero troppo fondamentalisti, direbbero troppi no, incapaci di quel pragmatismo che consente ai loro colleghi tedeschi di diventare il partito più votato in patria... di Rosa Filippini (da l'Astrolabio giornale on line degli Amici della Terra Italia)