Immaginate di andare al concerto della vostra band preferita. Immaginate l’eccitamento di poter finalmente vedere dal vivo coloro che interpretano così bene il vostro sentire più profondo: vi preparate e organizzate con gli amici che condividono la stessa passione. di Yuri Guaiana*
Tra i problemi che il Covid-19 ha fatto emergere in merito al settore degli appalti pubblici ve ne è uno evidente che però, a parere di chi scrive, rappresenta un ottimo trampolino di lancio per dare il via a una riforma di sistema ormai non più prorogabile. Mi riferisco all’avvenuta conferma (casomai ve ne fosse stato bisogno) della difficoltà dell’Autorità Nazionale Anticorruzione a far fronte al multiforme assortimento di compiti ad essa riservati dalle norme del Codice dei contratti del 2016 (interpretativi, regolatori, consultivi, ispettivi e sanzionatori, oltre a quelli più prettamente amministrativi). di Arturo Cancrini (da formiche.net)
“La nostra società, se non si cambia rotta, molto molto alla svelta (ma forse è già tardi), è destinata a trasformarsi in una ‘società parassita di massa’, che non è il contrario della società signorile di massa, ma ne è uno sviluppo possibile, una sorta di mutazione ‘involutoria’, come forse la chiamerebbe un matematico”. Luca Ricolfi, sociologo che insegna Analisi dei Dati all’Università di Torino, nonché responsabile scientifico della Fondazione Hume, mostra tutti i rischi dell’epoca post-Covid per un paese che da anni si è auto-condannato al declino, come ben spiegato nel suo ultimo libro “La società signorile di massa”. intervista di Gianni Del Vecchio (da Huffpost)
Perfino se fossero vere le sconclusionate ma gravissime insinuazioni del dott. Di Matteo nei confronti del Ministro di Giustizia Bonafede, la gravità del desolante scontro mediatico tra campioni del giustizialismo populista in diretta tv sta altrove. E cioè nell’essere noi ormai assuefatti alla idea che una sconcertante performance televisiva come quella messa in scena dal dott. Di Matteo rientri nell’ordine delle cose che possono legittimamente accadere nel nostro Paese, e che infatti regolarmente accadono. di Gian Domenico Caiazza (da Il Riformista)
La Cina sapeva del Coronavirus. Peggio: ha nascosto e distrutto prove.
Peggio ancora: ha, in altre parole, ingannato il mondo, facendogli pagare il costo di decine di migliaia di morti. di Luca Marfé (da Il Mattino)
I vertici del Partito democratico restano convinti che non ci sia alternativa a Conte e a questa maggioranza. Naturalmente non sono contenti "dell' avvocato del popolo", leggono nelle sue mosse un' astuzia un po' subdola, insomma non se ne fidano più di tanto. Ma poi concludono che c' è di peggio: per esempio il ritorno sulla scena di Matteo Renzi - sempre temuto - o una crisi di governo senza sbocchi che non siano le elezioni anticipate (vedi Luigi Zanda sentito dall' Huffington Post ). di Stefano Folli (da la Repubblica)
Negli anni che seguirono la Seconda guerra mondiale, i Paesi sconfitti e che avevano anche subito le più pesanti distruzioni, Germania, Giappone, Italia, conobbero uno sviluppo economico più elevato dei vincitori di quella guerra. Si chiama «effetto Fenice»: la mitica creatura che risorge dalle proprie ceneri. È lecito sperare che alla rapidissima distruzione del tessuto economico prodotta dal coronavirus segua un’altrettanto rapida ricostruzione. di Angelo Panebianco (da Corriere della Sera)
L’Europa è sospesa, a voler esser benevoli, e l’Italia è nella tenaglia. L’Europa è sospesa tra Mes, Bei, Sure e i fantomatici “coronabond” nell’infinita riunione online dell'Eurogruppo. Sigle per esperti in cui il cittadino si perde e infatti i sondaggi vedono dilatarsi la sfiducia verso l’Unione… di Stefano Folli (da La Repubblica)
Il dibattito sugli strumenti più appropriati per combattere la crisi economica europea procurata dalla pandemia si intensifica anche in Germania, il paese capofila del fronte rigorista composto sommariamente dagli Stati del nord (ma da questo schieramento si sarebbero sfilate già le piccole repubbliche baltiche). Rispetto alla precedente crisi dell’euro, il panorama delle posizioni tedesche appare più frastagliato e non mancano le critiche alla linea del governo. Insomma, il confronto è aperto ed è un buon segno, perché sul fronte di chi chiede un’inversione di rotta ad Angela Merkel vi sono anche economisti e politici di peso e organi di stampa che fanno opinione… di Pierluigi Mennitti * (da Start Magazine)
L’attesissima teleconferenza del Consiglio europeo non ha concluso nulla e ciò potrebbe avere conseguenze drammatiche. I massimi responsabili della politica europea hanno discusso per sei ore su cosa fare per alleviare le conseguenze negative della più grave crisi del dopoguerra e hanno deciso di rinviare ogni decisione a una riunione dei ministri delle Finanze che si svolgerà fra quindici giorni. di Romano Prodi (da Il Mattino)
Tutti coloro che per lunghi anni hanno creduto nell'Europa oggi devono cerchiare la data sul calendario con un lapis nero, in mancanza del sassolino ugualmente nero usato dagli antichi romani per segnalare i giorni funesti. E la ragione va cercata a Berlino. Lì, nella capitale della nazione egemonica in Europa, il perno dell’architettura economica e istituzionale su cui si regge l'Unione, lì si è deciso di cancellare in un attimo la convenzione di Schengen, ideata circa trent'anni fa per consentire la libera circolazione di persone e cose tra Paesi che si erano combattuti per secoli. di Stefano Folli (da la Repubblica)