Non è esattamente ciò che ci si aspetterebbe da chi fa la morale tutti i giorni, cavalcando l'onda dell'antipolitica. Si tratta di un classico caso di vizi privati e pubbliche virtù, a cui per la verità i grillini ci hanno un po' abituato, che Le Iene hanno svelato, mettendo in forte imbarazzo il M5S nel bel mezzo della campagna elettorale...
Lorenzo Fioramonti, professore di scienze politiche all’Università di Pretoria, è l’uomo scelto da Luigi Di Maio per sviluppare il programma economico del Movimento 5 stelle. “Nemico pubblico numero uno del Pil”, lo chiama l’Huffington Post nel ritratto che gli ha dedicato. Come vedremo, è una descrizione assolutamente corretta, anche se non nel senso in cui viene utilizzata. Ma andiamo con ordine. di Carlo Stagnaro (dal foglio.it)
C’è una cosa che non riesco a capire. Questa: se a uno qualunque di voi chiedessero di prendere una decisione dalla quale forse dipende la possibilità di vivere o di morire per un altro essere umano, voi esitereste? Ed esiste la possibilità che alla fine la vostra decisione sia il pollice verso? di Piero Sansonetti (da Il Dubbio)
No, la faccenda del braccialetto elettronico di Amazon riguarda questo Paese, la sua attitudine antitecnologica, la poca accuratezza dell’informazione (mista ad una furbizia fastidiosa), la mediocrità della sua classe politica che, in campagna elettorale ma non solo, ha ormai come sua attività principale quella di intercettare temi utili alla polemica spicciola per scaraventarli contro i cittadini nella speranza di rinsaldare con loro un minimo di sintonia. (dal Blog di Massimo Mantellini)
Il trambusto per la formazione delle liste è fisiologico. Difficile dimenticare, per chi le ha vissute, le riunioni dei comitati federali del Pci che si chiudevano alle quattro del mattino, e c'era anche chi alzava la voce e si verificava pure un po' di confusione, sia pur controllata, in sala. Sempre le stesse cose, o l'eterno ritorno dell'uguale, si potrebbe dire, usando la lingua dei filosofi. Una volta, però, c'era più ordine e precisione. Una volta c'erano i partiti e anche - perché non dirlo? - una programmazione che tendeva a portare in Parlamento chi poteva garantire un effettivo contributo, una qualche vocazione accertata, più o meno certificata, per la politica; o un qualche contributo forte, riconosciuto, nella società. di Biagio de Giovanni (da ilmattino.it)
Se volete leggere questo articolo dovete mettervi nello stato d’animo di chi non si stupisce di niente. Altrimenti lasciate stare. I Pm del processo di Palermo (il famoso processo sulla presunta trattativa Statomafia) hanno chiesto una novantina d’anni di galera per alcuni degli imputati. Tra i quali un paio di mafiosi e una decina tra esponenti della politica e dell’arma dei carabinieri… di Piero Sansonetti (da Il Dubbio)
Sulla scena da 25 anni, ha avuto flirt con i più disparati partiti ma rifiuta di accasarsi. In questa vigilia elettorale, l’attuale sottosegretario agli Esteri si è appollaiato sul turbante di Emma Bonino. Un ritorno nella casa radicale dopo tanto peregrinare... di Giancarlo Perna (da La Verità)
Guido Vitiello, classe 1980, è professore di Teoria del cinema a La Sapienza. Scrive per il Foglio e per Internazionale. Ha collaborato in passato con Radio Radicale. Si definisce scherzosamente weimariano e goliardicamente ha fondato “l'Ordine dei Padri weimariani, monaci millenaristi che pregano per scongiurare l'apocalisse della Repubblica”. In una brillante intervista su Italia Oggi, che riproponiamo nella nostra rassegna web, spiega a Goffredo Pistelli “che ci azzecca, insomma, con l'Italia di oggi” Weimar.
Quante se ne raccontano in campagna elettorale. Non è una novità e in parte è inevitabile. Questa volta però si sta oltrepassando il limite. Per Alberto Alesina e Francesco Giavazzi si tratta di livelli assai pericolosi. Sul Corriere della Sera se ne fanno un po' il punto, partendo – manco a dirlo - da Luigi Di Maio, che “ha consegnato alla stampa un suo scritto in cui annuncia che il Movimento 5 Stelle sta elaborando un piano per ridurre in due legislature il debito pubblico del 40 per cento del Pil, da 130 circa, il livello di oggi, a 90."
La sera di domenica, 7 gennaio, durante la trasmissione televisiva “Non è l’Arena”, il conduttore Massimo Giletti ha auspicato la reintroduzione nel codice penale del reato di plagio. Forse è bene ricordare come e perché l’ 8 giugno del 1981 la Corte Costituzionale dichiarò l’illegittimità di questo reato, cancellandolo dal nostro ordinamento legislativo. La sentenza della Corte è strettamente legata a due processi. di Giuseppe Loteta (da Il Dubbio)
Vi è un male oscuro nel futuro dell’Ue. Non si tratta tanto dell’economia o della Brexit o dei difficili rapporti con Donald Trump. E’ la tenuta della natura democratica dell’Unione europea e della democrazia in alcuni suoi a preoccuparci. Da questo punto di vista il 2018 si apre con alcuni eventi significativi. di Gianni Bonvicini (da Affari Internazionali)