Ieri pomeriggio è cominciata a girare la notizia che Pier Ferdinando Casini (appena eletto alla presidenza della commissione Banche) si fosse così espresso, mesi fa, sulla commissione stessa: "Un impasto di demagogia e pressappochismo che, al di là delle migliori intenzioni, non produrrà nulla di buono per le istituzioni". di Mattia Feltri (dal profilo Facebook)
Da noi l’avversione per la società libera, per l’ordine liberale, è sempre stata potentemente diffusa, ...una costante storica. Ma a essa si sono aggiunti, in epoca più recente, altri fattori che, anch’essi, alimentano le propensioni illiberali di una parte cospicua di nostri concittadini...C’è poi una più generale «sindrome da sottosviluppo» che ha colpito le menti di tanti, non solo al Sud. Per sindrome da sottosviluppo intendo un insieme di atteggiamenti che indicano la volontà di prendere congedo dalla modernità. È una sindrome incompatibile con le esigenze di una società libera (e quindi anche prospera e dinamica). di Angelo Panebianco (dal corriere.it)
Pare che Urbano Cairo abbia dichiarato che il suo modello di Corriere della Sera sia “La Notte” di Nino Nutrizio. Non so se questa affermazione sia vera - ho solo raccolto una voce fra le tante – ma purtroppo bisogna ammettere che è verosimile… di Alessandro Litta Modignani (da Litta Continua blogspot)
Dice il Presidente Mattarella che la politica dovrebbe riflettere su come difendere il territorio dagli effetti dei cambiamenti climatici. Giusto. Parole sante. E misurate. Infatti, cambiamenti climatici sono certamente in corso, (comunque la si pensi sulle loro cause e intensità) ed è certo che la politica non si sia ancora occupata seriamente di difendere il territorio dai loro effetti disastrosi. di Rosa Filippini (da l’Astrolabio – Amici della Terra)
In seguito al sesto test nucleare effettuato dalla Corea del Nord lo scorso 3 settembre, analisi e commenti si sono concentrati sulle reazioni degli attori coinvolti: anzitutto Stati Uniti, Cina e Russia. In questo clima di tensione, la Corea del Sud dimostra di prendere le distanze dagli allarmismi che tengono banco nella comunità internazionale. di Gaia Rizzi (da Affari Internazionali)
Sorpresa, la Corea del Nord non è solo armata fino ai denti, ma è anche ricca. Ricchissima. Una ricchezza che va a dispetto delle immagini che dal quel posto lontano e fuori dal mondo arrivano e che la raccontano come un Paese estremamente povero, la cui popolazione è mortificata di continuo da privazioni di ogni tipo. Immagini e privazioni che sono e restano vere, ma che nulla hanno a che fare con la reale ricchezza del Paese. di Luciana Grosso (da Business Insider Italia)
All’inizio del terzo ciclo negoziale sulla Brexit tra l’Unione europea e il Regno Unito (28-31 agosto 2017), la distanza tra le parti non accenna a diminuire [1]. Come noto, nell’incontro iniziale del 19 giugno è stata convenuta la struttura dei negoziati e sono state individuate le tematiche prioritarie oggetto della prima fase delle trattative. di Carlo Curti Gialdino (da Affari Internazionali)
L’erba di Stato ha le ore contate in Uruguay. La riforma simbolo dell’ex presidente «Pepe» Mujica, che ha legalizzato la marijuana per uso ricreativo, rischia di andare in fumo. Il 19 luglio scorso il piccolo Paese sudamericano è diventato il primo al mondo a coltivare, produrre e vendere cannabis. Dopo un mese la «rivoluzione» è già al capolinea. Non perché sia stato un flop: nelle casse dello Stato sono arrivati 90 mila dollari per 70 chili di erba venduti. di Filippo Femia (da lastampa.it)
Nulla può essere escluso ma appare sempre più difficile che il 25 settembre prossimo si svolga il referendum annunciato dal presidente della Regione autonoma del Kurdistan iracheno (Krg), Massud Barzani, per fare decidere i curdi dell’Iraq sull’indipendenza di quella parte dell’assai più ampia nazione curda che le vicende successive alla Prima Guerra Mondiale e alla fine dell’Impero Ottomano hanno lasciato senza uno Stato. di Maurizio Melani (*) da Affari Internazionali
C’è un filo sottilissimo nella spy-story sull’uccisione di Giulio Regeni che collega in un triangolo tre punti apparentemente distanti: Napoli, Londra e il Cairo. È napoletano Gennaro Gervasio, il docente universitario che il giovane ricercatore italiano avrebbe dovuto incontrare e con il quale Giulio stabilì il suo ultimo contatto telefonico. È lui l’uomo che ha immediatamente lanciato l’allarme sulla scomparsa di Regeni. di Valentino Di Giacomo (da Il Mattino)
- Regeni, complotto in chiave anti-Roma. L’ombra degli 007 britannici e Usa
Una morte orrenda, giunta dopo atroci torture, poi gli innumerevoli depistaggi nel corso del tempo. Dietro l’uccisione di Giulio Regeni c’è un intrigo di interessi internazionali. Una spy-story che coinvolge non solo l’Egitto e l’Italia, ma anche, e soprattutto, Regno Unito e Usa, in particolar modo le influenze di questi governi sulla complessa situazione in Libia che il nostro Paese da anni cerca di gestire. di Valentino Di Giacomo (da Il Mattino)