Sul finanziamento pubblico dei partiti si possono avere le idee più diverse. Oggi, come vent’anni fa, è molto popolare l’idea che debba essere abolito integralmente. Ma anche l’idea opposta, e cioè che qualche forma di finanziamento pubblico debba esserci, è tutt’altro che priva di buone ragioni. di Luca Ricolfi (da La Stampa)
di Nicola Bellini (da Affari Internazionali)
Ormai da anni l’Italia ha smarrito una propria politica industriale. E in effetti persino sul termine c’è una confusione, a cui ha non poco contribuito l’ultima fase della politica economica italiana, stretta tra le esigenze di austerità ed un pervicace liberismo ideologico. Si parla di politica industriale in Italia in modo discontinuo, ora per invocare salvataggi industriali, ora invece per richiedere sostegno alle piccole e medie imprese, mentre sullo sfondo si snocciola imperturbabile l’antica litania dei lacci e lacciuoli che “non ci fanno lavorare”, degli sgravi fiscali sempre attesi, dell’insufficiente “flessibilità” del lavoro.
"Si è vero, sul terreno molti vedono che il regime di Assad sta resistendo, e molti credono che la decisione europea di sospendere l'embargo sia un segnale a chi sostiene Assad (la Russia e non solo), per spiegare che l'Europa non abbandona i ribelli. Possiamo fare mille analisi sull'equilibrio militare, ma una cosa è certa: non c'è una soluzione militare alla crisi in Siria, e anzi il rischio della deflagrazione militare è la prima cosa che dobbiamo evitare". di Vincenzo Nigro (da La Repubblica)
di Mario Arpino (da Affari Internazionali)
“Sulla Siria Emma Bonino ha compiuto un’ammissione che altri suoi colleghi ministri degli esteri sono restii a pronunciare in pubblico”. Lo riporta il Corriere della Sera di venerdì 17 maggio. Il fatto si riferisce all’audizione alle Commissioni esteri di Camera e Senato, riunite il giorno precedente, quando il ministro, invitata da un deputato ad esprimere un giudizio sull’eventuale imposizione di una no-fly zone, con grande franchezza aveva risposto: “Credo si debba arrivare lì, e arrivare molto presto”. Ha poi aggiunto che si tratta “proprio di una di quelle proposte che altri devono avanzare, anche se sostenerlo è un po’ un armiamoci e partite”.
Prima di additare i conflitti d’interessi degli altri, però, uno dovrebbe guardare in casa propria. Nel caso di Grillo si rasenta l’assurdo: il Movimento trova «origine ed epicentro e sede» solo nel suo blog dove pure si discutono e propongono le campagne, il programma, le manifestazioni, si divulgano ufficialmente le informazioni del gruppo parlamentare, si concedono o si revocano le certificazioni per i candidati e per le liste elettorali. di Filippo Facci (da Libero Quotidiano)
Anche da ministro degli Esteri, Emma Bonino non dissimula il suo codice genetico «radicale, spinelliano e federalista», riproponendo quella posizione ostinatamente tenuta per tanti anni in minoranza, insieme a un minuscolo drappello di visionari dell’Europa. di Paolo Valentino (dal corriere.it)
di Ilaria Lonigro (da Repubblica.it / Attualità)
L'Autorità Nazionale Romena per la Protezione dei Bambini ne conta 82.464, ma per l'Unicef sono di più, 350.000. Tanti comunque da destare l'attenzione dei media internazionali e meritarsi l'etichetta di "orfani bianchi": così sono chiamati quei minori che vivono con i nonni, gli zii, i vicini o sono accolti dagli istituti mentre uno o entrambi i genitori lavorano all'estero, muratori e badanti per le famiglie italiane e spagnole.
Sei anni e l’interdizione dai pubblici uffici. Questa la richiesta della pm Ilda Boccassini nei confronti di Silvio Berlusconi nel processo sul caso Ruby. Una richiesta “pesante” dicono i legali del presidente del Pdl di cui 5 per concussione e un anno per prostituzione minorile. di Angela Azzaro (da Gli Altri)
Emiliano Alessandri (da Affari Internazionali)
L’incontro tra il primo ministro turco Recep Tayyip Erdoğan e il presidente Usa Barack Obama, previsto per il sedici maggio a Washington trova i due leader in mezzo al guado di una difficile revisione strategica. Nei piani di Washington, la Turchia sta di fatto emergendo come “vassallo” regionale di una superpotenza Usa che punterebbe a giocare un ruolo meno prominente in Medio Oriente. Ankara sarà chiamata a decidere se un maggiore allineamento con gli Stati Uniti in questa fase di profonda instabilità nel suo vicinato offra principalmente vantaggi o se, al contrario, crei ostacoli al perseguimento dell’interesse turco.
Fino a quando la democrazia italiana potrà ritenersi di “qualità”, in presenza di una giustizia sempre più “inefficiente”, oltremodo “politicizzata”, perennemente disposta a reclamare “indipendenza” ma che non assicura nemmeno controlli al suo interno? di Marco Valerio Lo Prete (da Il Foglio)
In calce alla lettera del detenuto yemenita a Guantánamo pubblicata lo scorso 14 aprile dal New York Times si legge qualche centinaio di commenti. Uno dice: “Io concordo col senatore McCain, che fu lui stesso vittima di tortura. Quando un altro senatore gli disse: ‘Perché dovremmo preoccuparci di questi terroristi?’, McCain replicò: ‘Non si tratta di chi sono loro, ma di chi siamo NOI. Noi siamo gli Stati Uniti d’America, e gli Stati Uniti d’America non torturano la gente”. di Adriano Sofri